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Assunzioni, quelli che hanno detto no

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La corsa, a tutti i costi, al posto di ruolo d’insegnante nella scuola non ha riguardato tutti i precari o vincitori di concorso.

Sapevamo che l’alto rischio di finire in posti lontano da casa, ha fatto desistere alcune almeno 30mila docenti delle GaE a candidarsi per le fasi B e C del piano straordinario di immissioni in ruolo previsto dalla L. 107/15.

Ora, però, a queste se ne aggiungono altre migliaia: quelle di chi ha presentato domanda, si è visto spedire in ambiti territoriali distanti, anche centinaia di chilometri, e si è tirato indietro. Perdendo la permanenza nelle GaE o, nel caso si trattasse di vincitori di concorso, nelle graduatorie di merito.

A ricordarlo, il 26 settembre a Firenze, è stato il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi. Che ha detto, come “a fronte di 150mila assunzioni complessive nella scuola, tra l’anno scorso e quest’anno con il concorso triennale, abbiamo avuto alcune migliaia di rinunce. Stiamo valutando i singoli casi. Certo è che molte richieste di posti sono al Nord, e molti insegnanti sono al Sud. E di sicuro non possiamo spostare gli studenti nelle zone dove risiedono gli insegnanti”.

Il sottosegretario ha aggiunto di “comprendere le difficoltà delle famiglie ma l’unica soluzione è chiedere di spostarsi agli insegnanti e noi lo facciamo domandando a queste persone se vogliono firmare un contratto, a tempo indeterminato, con il ministero dell’Istruzione”.

È ovvio che nei pochi casi in cui l’assunzione non è andata a buon fine, i posti non sono andati persi ma assegnati (o meglio sono in via di assegnazione) a supplenti annuali.

 

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