Home Attualità Aumento contagi covid, la scuola non c’entra?

Aumento contagi covid, la scuola non c’entra?

CONDIVIDI

In queste ore è atteso un incontro fra la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e gli esperti dell’Istinto Superiore della Sanità per capire esattamente come è andata la riapertura delle scuole in ottica covid-19. Ma i dubbi, al di là dei numeri per adesso positivi, restano.

Problemi vengono da fuori la scuola

Forse nella maggior parte dei casi all’interno delle scuole si stanno sicuramente rispettando le norme anticovid ma i problemi arriverebbero da fuori le scuole: sui mezzi di trasporto per andare a lezione, nei pressi degli ingressi a scuola, con assembramenti molto frequenti all’ingresso e all’uscita ma anche in altri contesti extrascolastici.

Sul problema trasporti abbiamo scritto in diverse occasioni: nonostante le linee guida di inizio settembre la situazione non è affatto buona: prendiamo una città come Roma, che nelle ore di punta si riempie di passeggeri in tutti i mezzi pubblici: gli assembramenti e le misure anticovid spariscono. Quindi la domanda ricorrente è: che senso ha indossare la mascherina a scuola, il distanziamento e tutto il resto se poi in contesti diversi tutte le norme saltano? La risposta alla domanda se la scuola stia incidendo sui contagi potrebbe essere quindi: direttamente poco, per adesso, ma osservando la riapertura scuole da una prospettiva più ampia ci si accorge che il covid nelle scuole sta facendo la propria parte e probabilmente, la farà ancora di più nelle prossime settimane.

Nuovi lockdown? No, grazie

Ci saranno nuovi lockdown? Altra domanda ricorrente: quasi ogni giorno il premier Conte e il Ministro della Salute Speranza affermano decisi che non ci saranno altri lockdown ma al massimo, si potrebbe pensare ad interventi mirati territorialmente. Anche la Ministra Azzolina lo ha detto: “Sono i Comuni o le Asl a decidere se chiudere un istituto. L’importante è che non si proceda senza criterio. Abbiamo dei protocolli ed è fondamentale che siano rispettati in modo omogeneo su tutto il territorio“.

Ma se tutti i singoli territori inizieranno a chiudere le scuole poco importa se la chiusura sarà disposta da un DPCM o un’ordinanza comunale: le scuole torneranno ad essere chiuse e la didattica a distanza diventerà l’unica forma di scuola. Di nuovo.

Evenienza che non piace a Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco-università degli Studi di Milano, che ad Agorà su Rai 3 spiega: “Non possiamo chiudere le scuole e non vogliamo chiudere le scuole“. E ancora: “quanto sia l’impatto delle scuole ancora non si può dire, anche se nel Lazio ci sono state segnalazioni. Le scuole stanno dando il loro contributo, non tanto all’interno quanto all’esterno“, dice Galli.

Contagi, che impennata: 2.500 casi in 24 ore e 872 scuole coinvolte. Conte prolunga l’emergenza al 31 gennaio