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Azzolina: da ministra piangevo la notte per le scuole chiuse, ma coi banchi a rotelle e gli investimenti le abbiamo innovate

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Lucia Azzolina ripercorre il periodo pandemico passato a Viale Trastevere capo del ministero dell’Istruzione: ammette che è stato durissimo, rivela che la notte piangeva perché il Governo è stato costretto a chiudere le scuole per i contagi da Covid; ma la grillina è anche orgogliosa per gli investimenti e l’innovazione attuata, ad iniziare dai contestati banchi a rotelle, oltre che per la formazione del personale per attuare la DaD. 

Venerdì 6 maggio, la deputata grillina ha ripercorso la sua esperienza a capo del dicastero di Viale Trastevere: parlando a Lodi, nel presentare il suo libro “La vita insegna“, Azzolina ha difeso la decisione di dare la possibilità alle scuole di cambiare gli arredi, a partire dai banchi monoposto tradizionali e quelli mobili-innovativi, sostenendo che “i banchi a rotelle hanno rappresentato una grande innovazione per il Paese”.

Gli investimenti, soprattutto per il Sud

“Io, oggi – ha aggiunto la Azzolina – giro tantissimo le scuole in tutta Italia: la prima cosa che mi fanno vedere sono i banchi, perchè hanno rappresentato una grande innovazione. E finalmente lo Stato ha investito sugli arredi: cosa che non si faceva da anni. Circa il 70 per cento dei banchi al sud sono stati cambiati. Perchè erano vecchissimi e mal ridotti”.

“Io credo molto nella scuola e – ha continuato l’ex ministra – ci tenevo a scrivere questo libro per spiegarlo ai cittadini che cos’è stata e che cos’è la scuola, per me. Nel libro si parla anche di pandemia. Due anni, fa è stato un momento durissimo nel quale, per certi versi, io sono andata avanti grazie all’affetto di chi mi scriveva tante, tante lettere. Le telefonate con gli studenti, con le mamme”.

Momenti difficili, ma anche soddisfazioni

Azzolina ammette di avere passato momenti difficili. “Non nego, – ha spiegato all’Ansa – che ci sono stati momenti anche di grande sconforto, in cui di giorno lavoravo tantissimo e la notte piangevo, perchè comunque dover dire ai ragazzi restate a casa, non andate a scuola ma così come dirlo alle famiglie, agli adulti, non è stato, di certo, semplice per una donna come me, che amava la scuola”.

Ma alla fine il periodo da ministra è stato anche motivo di soddisfazioni: “Ho tentato di trasformare quel periodo di difficoltà in un periodo di grandi investimenti per la scuola (come i tanti tablet forniti agli studenti e le linee internet introdotte in molte scuole ndr) di grande innovazione, di formazione per il personale: alla fine sono contenta di quanto è stato fatto”, ha concluso la grillina.

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