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Bernocchi: 11 settembre, grande giornata di lotta

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Quella dell’11 settembre è stato una grande giornata di lotta: lo afferma Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas all’indomani della manifestazione svoltasi a Roma, in piazza Monte Citorio.

“Dalle 9 fino a pomeriggio inoltrato – dichiara Bernocchi – migliaia di precari/e hanno manifestato davanti a Montecitorio in occasione del dibattito parlamentare sul Decreto Milleproroghe. In tale decreto era prevista una misura che riconosceva il diritto dei/delle precari/e abilitati/e ad essere inseriti/e in una graduatoria per la progressiva assunzione in ruolo. Pur essendo per noi un riconoscimento solo parziale del diritto all’assunzione per tutti i precari/e che da anni garantiscono il funzionamento della scuola italiana, tale provvedimento è stato incredibilmente bocciato dal governo del ‘cambiamento’ e della ‘dignità’, malgrado in campagna elettorale sia la Lega sia i Cinque Stelle si fossero ripetutamente impegnati a garantire il diritto di mantenere il proprio posto di lavoro alle maestre/i DM, in particolare, minacciate/i assurdamente di espulsione dalla scuola, dopo anni (o decenni) di lavoro impeccabile”.

“L’indignazione dei manifestanti di fronte a questo spudorato voltafaccia – aggiunge Bernocchi – è stata davvero grande; non solo, ma va anche detto che i due partiti governativi sono arrivati al punto di evitare il confronto con la piazza e persino a rifiutare un incontro con una delegazione di precari/e, tra i quali esponenti dei Cobas”.

“Ma – sottolinea il portavoce Cobas – la lotta del precariato della scuola non si esaurisce qui, anzi, come proposto e deciso in piazza, va estesa con assemblee territoriali per arrivare ad una assemblea nazionale a Napoli il 21 ottobre di tutte le realtà del precariato, nella quale si decideranno le prossime iniziative di lotta unitaria per un lavoro stabile ed adeguatamente retribuito”.

“Come COBAS – conclude Bernocchi – continueremo ad appoggiare le lotte del precariato della scuola ritenendo assolutamente indegno il comportamento del governo che, in continuità con quello precedente, vuole perpetrare il precariato a vita”.