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Bianchi: “C’è sicuramente il problema delle aule affollate, ma ci sono anche classi in cui è difficile attivare le prime”

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La FLC CGIL, in collaborazione con Proteo Fare Sapere, ha organizzato un momento di discussione e approfondimento sul ruolo centrale e costituzionale della scuola pubblica nel contrasto alla dispersione scolastica e alle crescenti disuguaglianze, alla luce degli stanziamenti previsti dal PNRR e della diffusione dei Patti Educativi Territoriali.

L’iniziativa, dal titolo “Una scuola che si prende cura del futuro”, si è tenuto lunedì 27 giugno 2022  presso l’Istituto Marie Curie di Ponticelli a Napoli, e ha visto la partecipazione di esperti, addetti ai lavori, rappresentanti delle Istituzioni che si sono confrontati con il Segretario Generale della FLC CGIL Francesco Sinopoli e con il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Bianchi: “C’è una profonda mutazione delle nostri classi, c’è un ricambio generazionale, un’articolazione, un arricchimento di bambine e bambini che sono italiani, ma che hanno un proprio bagaglio culturale. E’ importante fare una riflessione che vada al di là della condizione attuale. Per il contrasto all’abbandono e alla dispersione, abbiamo pensato di arricchire le scuole più in difficoltà con le risorse. Bisogna coinvolgere tutti i soggetti possibili del sistema di relazioni. La vera sfida è capire come si può in un paese come il nostro agire e sostenere non solo i nostri ragazzi ma anche le loro famiglie. Il futuro non è una proiezione del presente, è il presente che ci presenta il conto sul concetto di autonomia. Noi abbiamo ancora molte risorse del PNRR da investire. Noi dobbiamo lavorare in modo che tutti i ragazzi abbiamo almeno una qualifica professionale, un riconoscimento alla fine di un percorso che permetta loro di presentarsi nel mondo del lavoro”.

“Abbiamo sicuramente un problema di aule sovraffollate, ma abbiamo anche classi in cui c’è difficoltà ad attivare le prime. Su questi è necessario lavorare con una visione più ampia e lunga”, ha aggiunto il ministro.

E ha concluso: “Nelle situazioni più difficile la scuola pubblica statale è il perno, ma deve anche allargarsi agli altri soggetti presenti sul territorio. Un perno aperto e inclusivo”.