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Biblioteche scolastiche, elemento portante della scuola del futuro

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Le biblioteche scolastiche devono essere considerate un elemento strutturale di una scuola che voglia essere inclusiva, partecipativa e proiettata verso il futuro.
In un momento in cui la scuola affronta una profonda crisi del suo ruolo formativo, la biblioteca può essere non solo un luogo di lettura e studio, ma uno snodo strategico tra scuola, territorio e cittadinanza, come dimostrano i dati raccolti da una recente ricerca dell’Indire.

Si è parlato di questo alcuni giorni fa a Milano nel corso del seminario nazionale “Perché una Rete di Biblioteche Scolastiche”, un evento di rilievo organizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale in collaborazione con la stessa Regione Lombardia. Il seminario ha visto la partecipazione di esperti, dirigenti scolastici e rappresentanti istituzionali impegnati a riflettere sul ruolo strategico delle biblioteche scolastiche nel sistema educativo.
Tra gli interventi più significativi, quelli dei ricercatori Indire Jose Mangione e Andrea Nardi, che hanno affrontato, da prospettive complementari, l’importanza della biblioteca scolastica nel contesto educativo attuale.
Mangione ha messo in luce il valore della biblioteca come infrastruttura educativa di comunità portando ad esempio il Patto per la Lettura dell’Istituto Comprensivo Arcola/Ameglia e il Patto per il Benessere dell’Istituto Comprensivo di Druento.
“Pensare a una rete di biblioteche scolastiche – ha spiegato Mangione – significa investire su un’idea di scuola come bene comune, fondata sulla cura, la giustizia sociale e la co-progettazione educativa. È qui che la biblioteca può esprimere tutta la sua potenza trasformativa.”
Complementare la riflessione di Andrea Nardi, che ha analizzato la crisi della lettura profonda nell’epoca digitale. Nardi ha presentato il progetto Avanguardie Biblioeducative, promosso da Indire insieme alla rete Bibloh!, volto a mappare e diffondere buone pratiche didattiche legate all’uso della biblioteca scolastica.
Nardi ha confutando il leit-motiv dei “giovani che non leggono” spiegando che oggi si legge in modo diverso; il problema, semmai,è che si sta perdendo il gusto (e la capacità) della lettura profonda, essenziale per il pensiero critico e l’empatia.
Per affrontare questa sfida, serve una scuola che investa in pratiche quotidiane di lettura significativa, integrate con le potenzialità del digitale.
Le biblioteche scolastiche, in questo quadro, possono svolgere la funzione di laboratori di bi-alfabetizzazione, in grado di coniugare tradizione e innovazione, di colmare i divari educativi e di promuovere una cittadinanza attiva.
“Investire sulle biblioteche scolastiche – ha concluso Nardi – significa investire sulla qualità della scuola, sulla democrazia e sull’equità educativa.”