Home Reclutamento Call veloce, è flop: i docenti preferiscono restare precari nella loro provincia

Call veloce, è flop: i docenti preferiscono restare precari nella loro provincia

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Con il blocco quinquennale della mobilità (trasferimenti e assegnazioni provvisorie), come del resto avevamo previsto, la call veloce è  purtroppo miseramente fallita.

Solo un numero esiguo di aspiranti per un numero cospicuo di posti, questa è la realtà dell’immissione in ruolo supplementare inserita da quest’anno nel decreto 126/2019 e voluta espressamente dalla Ministra Azzolina,  quando era sottosegretaria  all’epoca del ministero Fioramonti.

I docenti preferiscono restare precari nella loro provincia

I docenti preferiscono restare precari nella loro provincia anziché diventare di ruolo al Nord, lontano da mariti, mogli e figli e con uno stipendio che permetterebbe solo di sopravvivere a centinaia di chilometri, per lunghi 5 anni. Dei circa  85.000 posti che il Mef aveva autorizzato per le immissioni in ruolo 2020/21,  ben 60.000 resteranno ancora  vacanti  e da destinate ai supplenti  annuali con suppenze al 31 agosto 2021. 

Tali posti si aggiungeranno alle altre supplenze per un totale che i sindacati stimano in  circs 250.000 supplenze da attribuire da Gae, GPS e GI e in ultimo da Mad.

GPS che peraltro si presentano con molti errori nella determinazione dei puntegg. In questi giorni gli aspiranti stanno infatti  segnalando agli Uffici territoriali errori materiali con la richiesta  di correzioni autotutela.
In pratica nell’anno del Covid  con 250 mila supplenze da attribuire 1 insegnante su 3 sarà  un docente supplente. Una vera e propria anomalia.

Situazione paradossale

Una situazione a dir poco  paradossale che si manifesta ogni anno ma  quet’amno in maniera ancora più  eclatante e che nessun Ministro riesce ancora  a risolvere. 

Ogni soluzione, anche la Call veloce, si è dimostra inadeguata.