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Campagna elettorale: il centro-destra punta sulla libertà di scelta educativa, il PD sulla estensione dell’obbligo scolastico

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Mano a mano che la campagna elettorale procede, le diverse posizioni in materia di politiche scolastiche si vanno sempre più delineando.
Nella giornata odierna il coordinatore nazionale di Forza Italia ed ex presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, intervenendo a Napoli al Convegno Nazionale della FIDAE ha detto chiaramente che il suo schieramento intende “garantire a tutti i ragazzi la possibilità di avere l’insegnamento libero”.
“Le scuole paritarie – ha aggiunto – svolgono un servizio pubblico, ne sono state chiuse troppo a causa del covid e questo è significato, per tanti giovani, perdere un’opportunità.”
“Dobbiamo ripartire per mettere la libertà di scelta di insegnamento a tutte le famiglie –
ha continuato Tajani secondo quanto riporta l’Ansa – perché il rapporto famiglia-scuola è fondamentale. Io credo che sia giusto dare anche un bonus per coloro che intendono scegliere un tipo di formazione che è quella delle scuole non statali”.
E, giusto per rimarcare la sua distanza dalle proposte del PD ha dichiarato: “Sull’ampliamento dell’obbligatorietà scolastica io sono assolutamente contrario perché non faremmo altro che aumentare l’abbandono scolastico, dobbiamo invece creare percorsi formativi che permettano ai giovani di inserirsi nel mondo del lavoro , ecco perché insistiamo sul ruolo degli ITS, c’è stata una legge approvata grazie anche al nostro lavoro, che qualifica quel tipo di studio perché inserimento nel mondo del lavoro è fondamentale e arrivare all’obbligo scolastico a 18 anni rischierebbe di danneggiare tutti coloro che invece preferiscono invece cominciare l’avviamento professionale”.
Parole chiare anche se andrebbe osservato che l’istruzione tecnica superiore non ha molto a che fare con la riduzione dell’abbandono scolastico perché si tratta di corsi che possono essere frequentati da chi ha già conseguito un diploma di secondaria di secondo grado.

Il PD, invece, insiste sul tema dell’obbligo dai 3 ai 18 anni di età senza però spiegare bene come questa proposta si concili con il fatto che oggi la secondaria di secondo grado si conclude con studenti diciannovenni e non diciottenni: vuol dire forse che il PD sta pensando a percorsi liceali, tecnici e professionali di 4 anni e non più di 5?
Per intanto sulla riforma dei cicli ipotizzata tempo fa dalla Lega (ultimo anno di infanzia obbligatorio e primaria di 4 anni) non si parla più, mentre Unione Popolare di De Magistris si spinge molto in là e parla di “una scuola dell’infanzia obbligatoria e gratuita sull’intero asse dell’offerta pubblica dei nidi e dei servizi educativi” ma anche di consistenti aumenti contrattuali per il personale della scuola e di forte riduzione del numero degli alunni per classe.
Le risorse, dice De Magistris, potranno arrivare da una significativa riduzione delle spese militari (anche se per la verità Unione Popolare ammette che i recenti accordi internazionali hanno determinato nuovi impegni dell’Italia in tal senso).

Volendo sintetizzare al massimo diciamo che il centro destra sembra puntare molto su un sistema scolastico pubblico come somma di statale e privato, mentre il PD appare più impegnato sulla questione della estensione dell’obbligo scolastico. La sinistra più radicale sembra decisamente interessata a sostenere politiche espansive sugli organici e sui servizi.