Home Alunni “Capitano, mio Capitano!”: gli studenti in piedi sui banchi per dire che...

“Capitano, mio Capitano!”: gli studenti in piedi sui banchi per dire che ci sono

CONDIVIDI

Sui social network frequentati dagli studenti italiani starebbe dilagando l’atto di mettersi in piedi sui banchi di scuola per dimostrare di esserci e di valere: riprendendo l’idea di ripercorrere nelle scuole italiane la scena finale del film “L’attimo fuggente”, quella in cui la classe dell’eccezionale Robin Williams, nei panni del prof costretto al licenziamento dalla rigida direzione scolastica, viene salutato dai suoi allievi con il celeberrimo motto ‘Capitano, mio Capitano’, è dell’Unione degli studenti per promuovere la mobilitazione studentesca del prossimo 10 ottobre.

Attraverso i social network, l’associazione ha avviato il tam tam. Con un successo inaspettato. “Gli studenti, grandi assenti de La Buona Scuola di Renzi, vogliono riprendersi il loro protagonismo. Saliamo sui banchi – ha detto Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Uds – perché da anni assistiamo a una drastica diminuzione degli investimenti pubblici sull’istruzione, che insieme al welfare riteniamo essere la via d’uscita da un futuro di precarietà e subalternità che ci viene imposto. Siamo un Paese con un tasso di abbandono scolastico altissimo in cui di giorno in giorno le disuguaglianze sociali si acuiscono e aumenta pericolosamente il numero di persone che non studiano né lavorano. Non siamo disponibili ad accettare passivamente le disposizioni del Piano Scuola”.

Secondo l’Uds lo strumento della consultazione non è sufficiente.: “esigiamo processi di partecipazione reali e duraturi, che tengano conto delle rivendicazioni che abbiamo avanzato in anni di mobilitazioni”.

Il rappresentante dell’associazione spiega perché hanno deciso di salire sui banchi di tutte le scuole: “perché il 10 ottobre siamo pronti a riempire le piazza del Paese per un’istruzione gratuita, pubblica e di qualità, per il reddito di formazione, per il welfare, per gli spazi sociali, per un altro modello di didattica e valutazione; per dire no alla scuola-impresa, alla scuola della competizione Renzi-Giannini, al conferimento di nuovi poteri ai presidi, all’ingresso dei privati nelle nostre scuole, per dire basta alla precarietà. Chi vuol far sentire la sua voce – conclude l’associazione – potrà farsi scattare una foto sopra un banco, pubblicarla su facebook o twitter, ‘taggando’ la pagina “Unione degli Studenti – sindacato studentesco (pagina nazionale)” o inviandola a [email protected], dicendo cosa lo ha spinto a entrare in scena e nominando i suoi amici o una classe della propria scuola”.