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Ce lo chiede l’Europa. Quindi obbediamo all’Europa. Anche per quanto riguarda l’esame di maturità

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“L’allineamento dell’esame di maturità alla riforma Gelmini, entrata a regime, consente di introdurre un elemento fondamentale: la valutazione della lingua straniera. La nostra proposta è sostituire, in tutti gli indirizzi, la terza prova con un esame che valuti l’inglese, o la lingua straniera studiata, e verifichi le competenze acquisite con il Clil.”
”Riteniamo inoltre – aggiunge – che vada rivisitata la seconda prova al liceo classico, e sosteniamo l’intenzione della ministra Giannini di valorizzare l’esperienza acquisita durante l’alternanza scuola-lavoro. Un’alternanza che dovrebbe essere rafforzata e resa obbligatoria anche nei licei, prevedendo inoltre un costante aggiornamento dei programmi: solo se le scuole saranno in grado di formare i ragazzi in modo coerente con la domanda che viene dal mercato del lavoro e dalla società, si potrà contrastare quella sfiducia che oggi segnala l’Ocse”.
L’obiettivo è quello dunque di creare cittadini europei consapevoli e capaci. Nel corrente a.s. 2014/15 va infatti a regime l’ultimo anno del riordino avviato in tutte le scuole secondarie di secondo grado a partire dall’anno scolastico 2010/11 con i regolamenti di cui ai decreti del Presidente della Repubblica 87, 88 e 89 del 2010 relativi agli istituti professionali, agli istituti tecnici e ai licei. Inoltre le indicazioni Nazionali per i Licei, le Linee guida degli istituti tecnici e quelle degli istituti professionali si ispirano ad insegnamenti/apprendimenti finalizzati all’acquisizione di competenze:  ce lo richiede la normativa europea.
In materia di educazione, formazione e istruzione, l’Europa ha come obiettivo e chiede agli Stati membri nella Strategia di Lisbona e nella strategia UE2020 azioni mirate a realizzare un’economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Le raccomandazioni del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 e del 23 aprile 2008, relative rispettivamente a “competenze chiave per l’apprendimento permanente” e all’«istituzione di un Quadro europeo delle qualifiche, EQF (European Qualification Framework)» si pongono obiettivi scanditi in termini di conoscenze, abilità e competenze ed individuano otto livelli di uscita dai diversi sistemi scolastici.
Ce lo chiede l’Europa, dunque, di svecchiare l’esame di stato. Sulla base di queste indicazioni tutti i Paesi membri dell’Unione si sono mossi per adeguare i propri sistemi scolastici alle richieste delle sopraddette raccomandazioni e sono stati tenuti ad adattare le finalità e gli obiettivi dei diversi gradi dei loro sistemi di istruzione e formazione a ciascuno degli otto livelli di cui all’European Qualification Framework. Nella prossima tornata di esame, quella relativa all’anno scolastico 2014/15, le competenze da certificare al termine dei percorsi del secondo grado di istruzione dovranno tener conto di quanto indicato dal quadro European Qualification Framework.
Se tutto ciò è incontrovertibile,  resta il fatto che le proposte del ministro Giannini sono attuabili mediante decreto, mentre quelle avanzate dalla Centemero, soprattutto per la prova d’inglese, richiederebbero una modifica del Regolamento degli esami (DPR 323/98).
Ce lo chiede l’Europa, dunque adeguiamoci.  E non solo per l’esame di Stato, ma anche quando ci raccomanda di assumere i precari della scuola…