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Charles Dickens, uno scrittore attuale nel bicentenario della nascita

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Tra i classici della letteratura per l’infanzia Charles Dickens, con i romanzi “Il Circolo Pickwick” (il primo scritto nel 1836, all’età di 24 anni, e pubblicato a fascicoli in 19 puntate distribuite su venti mesi) e “David Copperfield” e con il racconto “Canto di Natale”, si conferma, a 200 anni dalla nascita, avvenuta il 7 febbraio 1812 a Portsmouth, in Inghilterra, uno scrittore di estrema attualità, oltre che un moderno giornalista e un intellettuale contemporaneo nell’impegno sociale.

Il narratore britannico è certamente uno dei simboli della letteratura internazionale e uno degli autori più studiati al mondo. Dal giorno della sua morte, il 9 giugno 1870 a Gadshill alla giovane età di 58 anni, ammontano a decine di centinaia le biografie che raccontano la sua vita, i saggi critici che analizzano la sua produzione, le recensioni che accompagnano le svariate edizioni delle sue opere.   
I “Tempi difficili” (come il titolo di un suo romanzo) e le difficoltà della vita, le condizioni di povertà degli uomini e l’emarginazione sociale, i diritti dell’infanzia e la scuola, la cura dei derelitti e l’attenzione agli abbandonati sono temi, che dopo due secoli, continuano ad interrogare l’uomo del nostro tempo, anche sotto una latitudine diversa da quella inglese.
Un esempio? Rileggendo un breve passo di “Tempi difficile”, scritto nel 1854 si ha la conferma della sua attualità anche nella nostra bella Italia: “Ora quello che voglio sono i fatti. A questi ragazzi e ragazze insegnate soltanto fatti. Solo i fatti servono nella vita. Non piantate altro e sradicate tutto il resto. Solo con i fatti si plasma la mente di un animale dotato di ragione. Nient’altro gli tornerà mai utile”.
Molte le manifestazioni celebrative (mostre, convegni, film) in quest’anno bicentenario a Londra e in altri cinque paesi del mondo, tra cui anche in Italia. Capofila Bologna alla prossima Fiera del Libro per l’infanzia e la gioventù (dal 19 al 22 marzo) e poi in Sala Borsa, all’Università, alla Cineteca civica con un lavoro di cooperazione tra istituzioni, biblioteche e associazioni culturali coordinate dall’amministrazione comunale.
Nel 1844, durante un soggiorno in città, il celebre romanziere raccontò, infatti, una Bologna “dotta e austera”, con vivaci descrizioni dei suoi abitanti. E con “le due torri pendenti di mattoni, inclinate di traverso come se stessero inchinandosi l’una all’altra.”

E con Bologna, anche Padova, al Museo del Precinema dal 7 aprile al 23 giugno, con una mostra del viaggio effettuato in Italia tra il 1844 e il 1845, con soggiorno ad Albaro, vicino a Genova, con sua moglie Catherine, e con visite a Roma, Napoli, Firenze e Venezia . 
Di quel lungo e intenso viaggi o lo scrittore avrebbe poi tratto “Pictures from Italy” (Immagini dall’Italia)  e l’Italia sarebbe stata l’ispiratrice del suo romanzo “Little Dorrit” (La Piccola Dorrit) del 1855. Non è esagerato affermare che i colori, i sapori e gli odori del nostro bel Paese avrebbero coinvolto per sempre il successivo suo periodare narrativo. Questo libro di impressioni, scaturite dal suo viaggio in Italia, restituisce l’immagine del Dickens migliore, nell’interezza della sua forza ispiratrice.