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Chiamata diretta, facciamo un bilancio

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Con Licia Cianfriglia, dirigente scolastica, componente del Consiglio superiore della pubblica istruzione dove è stata eletta nella lista dell’ANP parliamo di “chiamata diretta”.

Possiamo provare a tracciare un primo bilancio sugli esiti della chiamata diretta?Secondo lei, e secondo l’Anp, come è andata complessivamente ?

I dirigenti, le scuole e i docenti interessati  sono stati chiamati in tempi strettissimi all’ennesimo sforzo, a conclusione di un anno molto impegnativo. Si è voluto rincorrere un impossibile accordo coi sindacati di comparto, ma per fortuna è poi prevalso il rispetto della legge di riforma.  Il sistema avviato ha lo scopo di realizzare un libero incontro tra le progettualità formative delle scuole autonome e le competenze docenti più adeguate alla loro realizzazione. La grande maggioranza dei dirigenti ha fatto fronte con responsabilità e senso del dovere all’ulteriore compito, spesso rinunciando al tempo per il meritato riposo, dimostrando ancora una volta di essere rispettosi della legge e garanti della sua applicazione.

 

Si è molto parlato in queste settimana di errori, imprecisioni (e forse persino di eccessi) di qualche dirigente scolastico? Lei che ne pensa in proposito?

Trovo molto scorrette le generalizzazioni e le demonizzazioni della figura dirigenziale che si fondano su presunte irregolarità o eccessi commessi da singoli dirigenti. So per certo che in alcuni casi si è trattato di narrazioni pretestuose. In altri casi si sono riscontrati errori veniali, attribuibili alla novità del compito e alla contemporaneità di questo con le numerose altre delicate attività di chiusura dell’anno scolastico. Per gli eventuali ed isolati responsabili di scorrettezze esiste un sistema di responsabilità disciplinare e presto anche il nuovo sistema di valutazione dei dirigenti. Amplificare i comportamenti di una ristretta minoranza, piuttosto che quelli della maggioranza che lavora in modo costante, competente e infaticabile non restituisce la corretta immagine di una categoria sulla quale l’Amministrazione  e il Paese deve invece investire, per migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema d’Istruzione.

 

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A conti fatti in molte realtà a fronte di decine di posti disponibili con la chiamata dagli albi sono state coperte poche cattedre. Non le pare che la montagna abbia davvero partorito un topolino?

L’obiettivo di dare la migliore attuazione al nuovo istituto della chiamata per competenze è stato ostacolato dalla ristretta platea di docenti presenti negli ambiti per le singole discipline e per i diversi livelli di scuola, insufficienti per le effettive necessità. E’ noto a tutti che ciò è conseguenza dell’accordo sulla mobilità, che ha messo al centro le esigenze dei docenti e ridotto la loro confluenza negli ambiti, ma ha compresso lo spirito originario della norma. In questa prima applicazione, dunque, spesso l’individuazione da parte dei dirigenti è stata subordinata alle priorità di scelta dei docenti e parte del lavoro è tornato di nuovo agli uffici periferici. Eravamo in presenza di una mobilità straordinaria e dunque ad una situazione eccezionale, a regime le cose miglioreranno.


Dalle notizie in suo possesso,  i docenti che hanno partecipato alle operazioni e ai colloqui in particolare, come hanno reagito?

La percentuale superiore al 93 % di docenti che, sia nel primo che nel secondo ciclo, hanno inserito il curriculum sul sistema IoL testimonia una risposta estremamente positiva.  Si segnalano, come è naturale, comportamenti di diverso tipo: da quelli che si sono limitati ad inserire il curriculum per avere l’opportunità di esprimere la preferenza sulla sede, senza poi presentare candidature o rispondere alle proposte di incarico; a quelli che – destinatari di diverse proposte, data la scarsità delle disponibilità – hanno con chiarezza comunicato ai dirigenti durante i colloqui telefonici, via skype o di persona che avrebbero scelto la scuola più comoda o anche cercato di ottenere un’utilizzazione che evitasse un trasferimento dal luogo di residenza; fino a quelli che hanno formulato una raffica di domande, quasi che a dover sostenere il colloquio fossero i dirigenti e non i docenti.

Lei pensa che la procedura della chiamata dagli albi potrà essere migliorata? Come?

Sono convinta che direzione del cambiamento adottata sia quella giusta ma anche che dovranno essere superati i limiti occorsi in questa prima applicazione. Anzitutto sono necessari tempi più distesi a disposizione, così da consentire le migliori scelte nell’interesse di tutti. Si dovrà poi aumentare l’efficacia del sistema di chiamata per competenze generalizzandola a tutti i movimenti, senza eccezioni, così come era nello spirito originario della norma. Quando ci sarà negli ambiti una ricca varietà di competenze professionali sarà possibile soddisfare le diverse necessità dei ragazzi e delle scuole e progressivamente maturerà anche nei docenti un approccio diverso alla mobilità professionale. Se a questo si riuscirà ad aggiungere anche una vera carriera per i docenti, con livelli di inquadramento e retribuzione distinti secondo le competenze e stabili anche rispetto al cambiamento di sede, avremo un significativo miglioramento dell’efficacia del sistema.