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Cari docenti, il prossimo collegio dei docenti si farà in un castello: il preside D’Ambrosio spiega il percorso di senso dell’iniziativa – INTERVISTA

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Il dirigente scolastico Alfonso D’Ambrosio lancia una nuova “sfida”: dalla provincia di Padova, dall’istituto comprensivo Lozzo Atestino, propone di svolgere il terzo collegio nella splendida cornice del castello di Valbona, uno dei luoghi storici e simbolo del territorio e della comunità padovana. E D’Ambrosio non si ferma qui, il successivo collegio, il quarto, a dicembre, si svolgerà con un collegio docenti stile Tedx.

Il cammino cominciato con il collegio docenti nel bosco va avanti, quali sono le prossime tappe?

Dopo il bosco la scuola si sposterà in una delle più belle location storiche del territorio, il Castello di Valbona, che gratuitamente e nello spirito della famiglia che lo gestisce, quella del conte Marcello Maria Fracanzani, accoglierà la nostra scuola. Nel nome del rispetto dei luoghi e del patrimonio, la scuola e la sua comunità, si spostano. L’idea è quella di non pensare la scuola solo come un edificio o come un luogo fatto di aule, arredi, ma come un flusso di relazioni, interne e esterne, come un organismo vivo. Il percorso che stiamo percorrendo da tempo nell’istituto comprensivo è fatto di simboli e metafore, e sconfinare, trasferirsi nel bosco o come questa volta nel castello, significa mettersi in discussione e una comunità sta bene se lo sa fare. E nessun problema di sicurezza, come da molti ci è stato chiesto, tutto sarà perfettamente a norma e l’ambiente sarà riscaldato. Vorremmo, come comunità scolastica, che passasse il messaggio forte e chiaro che il territorio, per noi i Colli Euganei, diventa un luogo comune, una città da vivere e si può fare con azioni green e si può farlo anche oltre l’aula. Vorrei anche ribadire che il terzo collegio docenti è in linea con i nostri patti educativi di comunità.

Come si svolgerà invece il quarto collegio in stile Tedx?

La sfida in questo caso è forse ancora maggiore, è una cosa mai sperimentata; avremmo già voluto vivere questa esperienza, ma poi il Covid e le classi bolle ci hanno fermato. Come nello stile Tedx, che a mio avviso celebra la straordinaria potenza della creatività umana, significherà salire su un palco di fronte a colleghi e condividere una esperienza, significherà essere in grado di motivare e sognare, ma anche rischiare un imprevisto, e bisognerà farlo in dieci minuti, quindi il messaggio educativo da lanciare dovrà essere potente.

Non saremo soli, perché abbiamo la disponibilità di due importanti ex speaker Tedx, Fausto Panizzolo, ex ricercatore ad Harvard, oggi ingegnere che propone progetti come l’esoscheletro per riabilitazione e mobilità e Roberto Ragazzoni, direttore dell’osservatorio La Specola di Padova. Il loro aiuto sarà prezioso, per orientare i docenti alla loro prima esperienza stile Tedx e ci racconteranno la loro idea di scuola. Inoltre, valore aggiunto sarà quello di vivere in prima persona la conferenza Tedx, che da tempo ha acquisito un profondo valore didattico, per poterne poi trarre frutti da spendere nell’insegnamento.

Quali altre sfide e quali altre innovazioni saranno portate avanti nel corso dell’anno scolastico?

Posto che credo profondamente che la scuola non può essere solo scuola, è qualcosa con cui tutti abbiamo a che fare e di cui tutti dobbiamo prenderci cura, le sfide saranno tutte legate nel mettere a sistema i collegi docenti come metafora di una comunità in cammino e che vuole mettersi in discussione. E vorrei ancora lanciare un messaggio: possiamo farlo tutti e tutte le scuole!