
TikTok è pieno zeppo di video di studenti maturandi alla ricerca disperata, tra il serio e il faceto, di informazioni sui commissari esterni che si troveranno alla maturità 2025, tra quasi due settimane, dopo che i nomi sono stati resi noti ieri, 4 giugno.
Nei vari video sono spiattellati nomi e scuole di provenienza dei vari commissari esterni. “Aiuto, aiuto”, “Inizia la caccia”, “Li conoscete?”, “Stiamo impazzendo tutti”, “Lavoro di squadra vi prego”, questo ciò che stanno scrivendo gli studenti chiedendo informazioni e collaborazione. Si tratta di un fenomeno reso possibile dalle reti sociali, impensabile, almeno in queste modalità e con questa facilità, fino a pochi anni fa.
Insomma, ormai chi fa il commissario esterno dovrebbe essere consapevole del fatto che i suoi studenti probabilmente divulgheranno sue informazioni e abitudini ai maturandi con cui dovrà avere a che fare.
Ma c’è anche un altro aspetto: spesso i maturandi degli istituti tecnici sono molto spaventati quando un commissario esterno proviene da un liceo. “Noi a stento sappiamo cosa studiamo”, c’è scritto in un video. Hanno davvero da spaventarsi? O quello del docente di liceo severo è solo uno stereotipo?
Commissari esterni, nove alunni su dieci alla ricerca di informazioni sulle loro abitudini
Secondo un sondaggio realizzato da Skuola.net su un campione di circa 1.000 studenti che affronteranno la Maturità 2025 l’81% dei maturandi ha dichiarato che conoscere in anticipo il nome e le abitudini dei commissari è “molto” o “abbastanza” importante. Lo riporta Ansa.
Solo una piccola fetta (19%) dice di non dare troppo peso alla questione. Quanto i nomi vengono resi pubblici scatta, quasi in blocco, la ricerca di più dettagli possibili sui prof “sconosciuti”: a mettere in piedi una qualche strategia saranno quasi 9 su 10. Principalmente con due modalità differenti, equamente distribuite: il 48% degli studenti si sta attivando, o lo farà nei prossimi giorni, andando in autonomia, mentre il 40% prova a organizzarsi con i compagni di classe per aumentare le chance di raccogliere dettagli utili.
Soltanto il 12% ammette di non voler fare alcuna indagine. I metodi con cui si tenterà la missione sono più o meno quelli consolidati da anni: circa 1 su 5 proverà a contattare gli alunni degli istituti in cui insegnano i commissari esterni, per avere testimonianze dirette del loro comportamento. Una quota simile (17%) proverà ad avere indiscrezioni tramite i propri professori. Altrettanti (17%) scandaglieranno i social network alla ricerca di profili e, magari, di qualche post significativo.
E poi, ancora tecnologia: il 14% si affiderà a siti dedicati agli studenti mentre il 12% perlustrerà chat Telegram, WhatsApp o gruppi social messi in piedi per l’occasione. C’è, infine, anche chi sta valutando di andare fisicamente nella scuola di provenienza dei prof esterni (10%).
Mentre, tra le novità, si segnala l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dei chatbot online, con richieste mirate per avere info sui quei docenti: ci si rivolgerà quasi 1 su 10. Idee abbastanza chiare anche sugli elementi più ambiti da conoscere, oltre al mero dato anagrafico. La maggior parte – oltre 1 su 3 – dice di volersi concentrare sulle “fissazioni” e le particolarità dei prof, soprattutto in vista del colloquio orale dell’esame. E il 21%, non a caso, si soffermerà specificatamente proprio sulle domande più frequenti. A un altro quinto degli intervistati (20%) interessa soprattutto capire che tipo di persona si troverà davanti, per preparare delle contromisure. Solo il 15%, un po’ a sorpresa, si preoccupa della severità nei voti. Mentre il 9% ammette di essere curioso di conoscere anche dettagli sulla loro vita privata.
Chi saranno i commissari?
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha realizzato una pagina informativa sugli Esami di Stato (https://www.istruzione.it/esami-di-stato/) consultabile da studenti, famiglie, personale della scuola.
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La commissione è composta da sei docenti e un presidente. Di questi, tre commissari sono interni – cioè insegnanti già conosciuti dagli studenti – e sono già stati nominati, qui ndi i ragazzi conoscono già chi dei loro prof li accompagnerà in queso percorso. Gli altri tre, insieme al presidente, sono esterni. È proprio su questi nomi che si concentra l’attenzione: gli studenti sperano in commissari esterni “ragionevoli”, equilibrati e, soprattutto, non eccessivamente severi o fuori contesto.
Nelle settimane che precedono la pubblicazione delle commissioni, prevista tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, tra i maturandi cresce il fermento: gruppi social, chat di classe e forum online si riempiono di voci, indiscrezioni, “liste” presunte e ricerche sul passato dei commissari. I ragazzi vogliono capire chi avranno davanti, quali potrebbero essere le domande più frequenti e come orientare lo studio.