
I compiti per le vacanze assegnati dai docenti agli studenti sarebbero “uno stress inutile e controproducente”: a sostenerlo, a tre settimane della fine delle attività didattiche, è il pediatra Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta e storico paladino dell’estate libera da esercizi e libri. A colloquio con l’Adnkronos Salute, l’esperto di salute tra i giovani ha ricordato che “ogni anno le famiglie italiane spendono un totale di 250 milioni di euro in libri per i compiti delle vacanze, con una spesa media di 40 euro ad alunno” e si tratta di “soldi buttati”. Al punto, continua, che quei soldi “sarebbe più utile investirli in una pizza insieme, genitori e figli”.
Farnetani sostiene che “bambini e i ragazzi” nei mesi estivi dovrebbero avere un unico dovere: svagarsi, fare sport, divertirsi con genitori, parenti e amici, conoscere gente nuova e nuovi ambienti. In poche parole: riposare la mente e arricchirla con esperienze di vita, “soprattutto al mare”.
“Le vacanze estive senza pensieri, tantomeno didattici – aggiunge il pediatra – sono necessarie per due motivi. Innanzitutto perché le temperature alte della bella stagione, oggi ancora più roventi complice il cambiamento climatico, sono incompatibili con l’apprendimento. E non è neanche giusto invitare allo studio nelle ore fresche, perché al mattino l’organismo ancora non è in piena forma, specie sul piano del ragionamento”.
La seconda ragione, continua il medico, è che “bambini e adolescenti hanno bisogno di avere un tempo libero dagli impegni scolastici, sia per poter stare di più all’aria aperta – e si sa quanto sia importante il movimento, l’attività fisica – sia per arricchirsi di nuove esperienze. Devono esplorare l’ambiente, conoscere luoghi, situazioni e persone diverse. Anche con tutto questo i compiti delle vacanze sono incompatibili, oltre a essere controproducenti perché si rischia di prolungare lo stress dell’apprendimento”.
Certo, precisa l’ordinario, “il ruolo della scuola è fondamentale nella formazione dei giovani, ma è opportuno che i ragazzi abbiano un periodo in cui possano svuotare la mente, azzerare gli impegni scolastici e coltivare quella che chiamiamo ‘resilienza dalla fatica di imparare'”. Una messa in modalità ‘off’ che, non si stanca di ripetere il pediatra, “è necessaria e imprescindibile”.
Il pediatra è anche promotore delle ‘Bandiere Verdi’ che contrassegnano le spiagge adatte ai bambini scelte dei pediatri.
“Ecco, se i compiti delle vacanze sono sconsigliati sempre, durante la vacanza al mare sono vietatissimi – avverte – perché dobbiamo lasciare i bambini e gli adolescenti liberi di potersi immergere completamente nell’atmosfera marina, senza richiamo alcuno alla scuola”.
“La vacanza al mare è – per Farnetani – una delle più grandi esperienze che può fare un minore, quindi per favore lasciamogliela vivere in piena libertà. Non solo sarà un arricchimento affettivo, ma sarà fonte di nuove esperienze che si riveleranno utili anche per facilitare il ragionamento quando, tornato a scuola, il bambino o adolescente sarà chiamato a capire nuove realtà”.
“L’unico ‘compito’ che affido, la sola lezione che ammetto e che anzi consiglio è quella di nuoto“, chiosa il pediatra.
“Raccomando di promuovere l’attività fisica sempre e comunque, ma in particolare quando siamo al mare: preoccupiamoci che i bambini imparino a nuotare, a stare in acqua in sicurezza”.
Farnetani ha condotto delle ricerche raccogliendo alcuni dati: “Solo il 30% dei minori sa nuotare in modo efficace“, riferisce; “il 30% sa solo galleggiare, il 10% sa nuotare in piscina, ma non al mare, e il 30% non sa nuotare affatto. Cerchiamo allora di colmare questa lacuna”, esorta l’esperto.
“Non per allevare dei campioni di nuoto, ma per permettere ai ragazzi di vivere il mare in massima sicurezza. Questa è l’unica lezione a cui i bambini devono assistere, l’unico compito delle vacanze ammissibile, consigliato e utile per la vita”, conclude Farnetani.