
Oggi, 8 maggio, poco dopo le 18.00, una fumata bianca ha annunciato l’elezione del nuovo Pontefice: si tratta di Robert Prevost.
Al termine del Conclave iniziato il 7 maggio, i 133 cardinali elettori hanno raggiunto il quorum necessario (89 voti) per designare il 267° Papa della Chiesa cattolica. Come da tradizione, l’annuncio Habemus Papam è stato proclamato dal loggione della Basilica di San Pietro dal cardinale protodiacono.
Il nuovo Papa ha scelto il nome di Leone XIV e si attende il suo saluto alla folla riunita in piazza San Pietro. Subito sono partite le prime analisi sul significato del nome scelto, sul suo profilo ecclesiale e pastorale, ma anche sulla sua storia personale.
Chi è Robert Prevost
Il Cardinale Robert Francis Prevost, Prefetto del Dicastero per i Vescovi, Arcivescovo-Vescovo emerito di Chiclayo, è nato il 14 settembre 1955 a Chicago (Illinois, Stati Uniti). Nel 1977 è entrato nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino (O.S.A.), nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio, a Saint Louis. Il 29 agosto 1981 ha emesso i voti solenni. Ha studiato presso la Catholic Theological Union di Chicago, diplomandosi in Teologia.
Come riporta TgCom24, la sua lunga esperienza missionaria in America Latina, in particolare in Perù, lo ha trasformato in una figura che sfuma i confini geografici e ideologici tra Nord e Sud del mondo. Per questo, c’è chi lo considera quasi una voce del cosiddetto Global South, quel Sud globale che Papa Bergoglio ha riportato al centro dell’agenda ecclesiale.
Durante la sua permanenza in Perù, a capo di una diocesi tra le più povere e problematiche del Paese, Prevost ha condiviso la vita quotidiana delle comunità locali, imparando a leggere il mondo e la Chiesa da una prospettiva “rovesciata”. È lì che ha maturato una sensibilità particolare verso le dinamiche dell’emarginazione, delle migrazioni e delle disuguaglianze, intuendo il potenziale profetico di una Chiesa più vicina agli ultimi.
Le prime parole del Papa Leone XIV
Prima della Benedizione il nuovo Papa ha rivolto ai fedeli le parole che seguono:
La pace sia con tutti voi!
Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi!
Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente. Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediva Roma!
Il Papa che benediva Roma dava la sua benedizione al mondo, al mondo intero, quella mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione: Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce. L’umanità necessita di Lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace. Grazie a Papa Francesco!
Voglio ringraziare anche tutti i confratelli cardinali che hanno scelto me per essere Successore di Pietro e camminare insieme a voi, come Chiesa unita cercando sempre la pace, la giustizia, cercando sempre di lavorare come uomini e donne fedeli a Gesù Cristo, senza paura, per proclamare il Vangelo, per essere missionari.
Sono un figlio di Sant’Agostino, agostiniano, che ha detto: “con voi sono cristiano e per voi vescovo”. In questo senso possiamo tutti camminare insieme verso quella patria che Dio ci ha preparato. BOLLETTINO N. 0299 – 08.05.2025
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Alla Chiesa di Roma un saluto speciale! [applausi] Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte. Tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo e l’amore.
Y si me permiten también, una palabra, un saludo a todos aquellos y en modo particular a mi querida diócesis de Chiclayo, en el Perú, donde un pueblo fiel ha acompañado a su obispo, ha compartido su fe y ha dado tanto, tanto para seguir siendo Iglesia fiel de Jesucristo.
E se mi permettete una parola, un saluto a tutti e in modo particolare alla mia cara diocesi di Chiclayo, in Perù, dove un popolo fedele ha accompagnato il suo vescovo, ha condiviso la sua fede e ha dato tanto, tanto per continuare ad essere Chiesa fedele di Gesù Cristo.
A tutti voi, fratelli e sorelle di Roma, di Italia, di tutto il mondo vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono.
Oggi è il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei. Nostra Madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore.
Allora vorrei pregare insieme a voi. Preghiamo insieme per questa nuova missione, per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo e chiediamo questa grazia speciale a Maria, nostra Madre.
Ave Maria…
Le parole del ministro Valditara
“Leone XIV, un agostiniano, un americano di origini francesi, italiane, spagnole. Agostino che unì civiltà classica e cristianesimo, un santo africano eppure romano, cattolico, ma onorato anche da protestanti e ortodossi. Leone, come Leone Magno che fermò Attila e obbligò Genserico a rispettare i civili e le chiese. Come Leone XIII che con la Rerum Novarum pose le fondamenta della dottrina sociale della Chiesa. Robert Francis Prevost, di grande e solida cultura, un uomo di quell’Occidente che sa essere universale. In queste premesse, la speranza di un’era nuova di pace, valori eterni, solidarietà fra gli uomini. Auguri, Pontefice romano!”, queste le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara