Home I lettori ci scrivono Concorsi, l’invadenza della privacy a scapito della trasparenza

Concorsi, l’invadenza della privacy a scapito della trasparenza

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Il rispetto della privacy per i dati sensibili è giusto, ma essa sta diventando sempre più  invadente a scapito della trasparenza, che è un diritto altrettanto importante. Faccio un esempio: sta valendo la prassi di non pubblicare i risultati degli scritti e/o degli orali a un concorso, ma solo l’ammissione. Ma io ho diritto di sapere, per capire le mie chance, in che posizione si sono collocati gli altri e non solo di conoscere i miei voti.

Questa mancanza di trasparenza, con la scusa della privacy, può  favorire manovre corruttive. La privacy è  diventata anche un intralcio burocratico, nel mentre si dice che occorre superare la burocrazia. Faccio un altro esempio che sta facendo preoccupare i miei colleghi dirigenti scolastici nei giorni di ferragosto: si deve controllare il green pass del personale, ma senza schedarlo. Però il Ds deve sanzionare chi non lo ha.

E come faccio a sapere chi non lo ha, se devo ignorare chi lo ha o non lo ha?È  l’enigma dell’estate, non sciolto dalle note tecniche  ministeriali. Basta dire che i dati saranno utilizzati solo per scopo istituzionale e non per discriminare. Invece i miei colleghi si stanno arrovellando se devono controllare ogni giorno il green pass con l’app ministeriale e si peoccupano che non compare la data di scadenza.

Io che sono abituato a semplificare ciò  che appare assurdo  (la burocrazia è  kafkiana a volte),dico: ma non si può  chiedere di inviare a scuola il pdf del green pass o ,se non compare la data di scadenza, di far fare l’autocertificazione? E poi, con calma(visto che le segreterie sono sguarnite) far controllare da un assistente amministrativo delegato ad hoc se essi sono veritieri utilizzando l’app. Sarebbe troppo semplice? Ah già, ce lo impedisce la privacy!

Eugenio Tipaldi