Home I lettori ci scrivono Concorsi per docenti: quali regole?

Concorsi per docenti: quali regole?

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Gentilissimi Ministro e sottosegretari,

Come “comitato spontaneo DOCENTI PER IL CONCORSO PUBBLICO” siamo a scrivere in riferimento al decreto legge sulla scuola.
Innanzitutto vorremmo ringraziarvi per aver abolito, come avevate promesso, l’immeritocratica ipotesi del reclutamento del sistema dei PAS non selettivi che avrebbero abbassato la qualità della scuola.
Apprezziamo moltissimo il fatto che il sistema di reclutamento previsto dal decreto sia il concorso;  come “docenti per il concorso pubblico”  ci costituimmo  proprio il 25 aprile all’indomani della precedente intesa tra Miur (all’epoca Bussetti) e sindacati, intesa che abbiamo contestato fin da subito per i principi anti-meritocratici espressi.
Tuttavia scriviamo a Voi in quanto non comprendiamo perché il concorso straordinario debba essere esentato dalla prova scritta, prova fondamentale per comprendere le competenze e conoscenze dell’insegnante.
Noi stessi come inseganti somministriamo ai nostri studenti diversi tipi di prove per valorizzare le diverse intelligenze (Gardner ne individua almeno 8) e i diversi stili di apprendimento, tra queste le tre metodologie: scritto a domanda chiusa, scritto aperto ed orale e riteniamo che le tre tipologie di prove, nelle loro differenze e complementarietà, siano INDISPENSABILI per dare una valutazione il più possibile globale della persona; inoltre esonerare i docenti con tre anni di servizio da una tipologia di prova alla quale saranno sottoposti gli altri docenti (poniamo con due anni di servizio) appare una forte discriminazione fortemente sfavorevole per i secondi; la prof.ssa Azzolina, ora sottosegretario, ha sempre parlato di valorizzazione del merito e tale è il principio che la nostra costituzione intende in materia di concorso pubblico pertanto ci appare incostituzionale agevolare in questa maniera (spudorata) i docenti con più servizio, in quanto il servizio di per sé non significa merito; potrebbe esserci benissimo un docente più preparato con meno servizio che sarebbe svalutato con la proposta concorsuale da voi proposta.

Il concorso, come previsto dai padri costituenti della nostra Costituzione, deve essere equo e prevedere le medesime condizioni a prescindere dal servizio, anche perché -è bene ribadirlo- non si lavora su terza fascia per merito (non c’è concorso o selezione per entrare in terza fascia) e in questo modo si assoda una sorta di “nonnismo” i cui l’anzianità dovrebbe avere più peso del merito.

Pertanto siamo a richiedere una revisione del concorso straordinario , rendendolo pari in difficoltà di prove, all’ordinario; già il lasciare dei posti “riservati” a chi ha tre annualità ci appare una facilitazione ed agevolazioni più che sufficiente (e questa non è oggetto di contestazione, in quanto che la manovra è fatta per ridurre il precariato) ma agevolarla ulteriormente con un concorso che sembra avere la parvenza di una “sanatoria” poco selettiva ci sembra lesivo dei principi del lavoro pubblico.

Ma soprattutto siamo a scriverVi riguardo all’emergenza sostegno di cui il Ministero bene conoscerà la portata; la situazione delle assegnazioni delle supplenze su sostegno, come noto, si trova da anni in una condizione non consona alla qualità dell’inclusività: terminate le assegnazioni ai (pochissimi) specializzati sul sostegno le assegnazioni vengono fatte con le c.d “graduatorie incrociate” in sostanza vengono assemblate tutte le graduatorie di tutti i docenti (compresi itp) NON SPECIALIZZATI sul sostegno e assegnati a ragazzi con bisogni educativi speciali che necessitano di personale QUALIFICATO E SPECIALIZZATO che sappia far fronte alla complessa gestione dei singoli bisogni educativi degli studenti e delle studentesse con disabilità.

Il risultato è che spesso docenti non qualificati per il sostegno, privi di qualsiasi formazione in merito alla disabilità si ritrovano (a volte ai fini della sola maturazione del punteggio) a lavorare come docenti di sostegno senza avere ricevuto gli adeguati strumenti per tale delicatissimo mestiere; questo è fortemente lesivo dei diritti degli studenti e delle studentesse con disabilità e delle loro famiglie che spesso si trovano a confrontarsi con docenti impreparati sulle patologie dei figli e sulla gestione della didattica speciale ed inclusiva.
Quest’anno è (finalmente!) partito il quarto ciclo di TFA SOSTEGNO che vedrà specializzarsi numerosi (ma non sufficienti) docenti di sostegno; purtroppo i ritardi nell’emanazione del bando non hanno permesso ai docenti specializzandi di acquisire il titolo in tempo utile per l’inizio del nuovo anno scolastico 2019/20; tenuto conto del fatto che i docenti specializzandi hanno comunque superato tre prove difficoltose e specifiche sulle nozioni utili alla docenza del sostegno e tutte mirate a verificare l’idoneità e la vocazione al ruolo di insegnante di sostegno per i disabili sarebbe fortemente auspicabile che tali docenti venissero inseriti subito un ruolo tenuto conto dell’emergenza sostegno e tenuto conto che gli specializzandi sono già stati selezionati tramite concorso pubblico con tre prove: prova preselettiva, prova scritta, prova orale (le stesse tre tipologie che chiediamo per lo straordinario di cui sopra) , portiamo ad esempio l’Università di Pisa: per passare la prova preselettiva è stato necessario raggiungere la votazione di 28/30 (si pensi che per l’idoneità dei concorsi avete previsto 21/30) e per entrare al corso, essendo ammessi 75 specializzandi su 1600 concorrenti, è stata necessaria una votazione minima di 91/100 (contro, lo ricordiamo, i 7/10 che danno l’idoneità al concorso).

Gli specializzandi sono stati già dunque selezionati, con criteri di eccellenza -si prenda nota delle votazioni appena espresse-, e ci sembra superfluo il ripercorrere nuovamente una tripla selezione che servirebbe solo a rallentare l’inclusione in ruolo in un settore con una emergenza di tale portata.

Tenuto quindi conto dell’emergenza sostegno e dei diritti degli studenti con disabilità ad avere insegnanti di sostegno specializzati da un lato, e dell’innegabile merito (e dunque preparazione) degli specializzandi riteniamo la diretta immissione in ruolo la soluzione più valida.
Altrimenti , vorremo capire, perché volete immettere in ruolo docenti che prendono 7/10 con uno scritto “computer based” mentre  volete lasciare precari docenti iperselezionati (91/100) che stanno facendo enormi sacrifici per conseguire la specializzazione (270 ore di lezioni, 300 di tirocinio, 180 di laboratori ed il tutto senza la possibilità di assenze; che stanno pagando tasse molto elevate -dai 2.500 alle 3.500-) ma soprattutto vorremo capire perché lasciare scoperti gli studenti con disabilità, affidandoli a docenti “da graduatorie incrociate” piuttosto che a docenti che hanno scelto questo mestiere.

Docenti per il concorso pubblico