Home I lettori ci scrivono Concorso docenti: perchè è troppo rischioso farlo

Concorso docenti: perchè è troppo rischioso farlo

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Egregio Presidente del Consiglio,
sappiamo che in questo fine settimana si è caricato l’onere di mediare tra due posizioni difficilmente conciliabili in relazione allo svolgimento della “prova a crocette” prevista dal concorso straordinario per l’individuazione di 32.000 docenti della scuola secondaria.
Sicuramente avrà presente le osservazioni e le richieste della Ministra Azzolina e di una parte cospicua della sua stessa maggioranza e avrà ricevuto diverse sollecitazioni sia da una parte che dall’altra.
Chi le scrive mastica pane e precariato sin dal 1995 ai tempi in cui ero uno dei tanti precari della scuola che premeva sui sindacati e sui politici di allora per poter veder stabilizzare il suo rapporto di lavoro.
Oggi sono il responsabile del “Dipartimento precariato” della Gilda degli Insegnanti e per conto della mia organizzazione, con tre diversi Ministri, ho seguito tutta la trattativa che ha portato al bando oggetto di discussione e posso dire, senza essere smentito, che la situazione non è certo migliorata da allora.
Ciò dimostra che il sistema di reclutamento attuale non è in grado di dare risposte adeguate ad un fenomeno così complesso e diffuso quale il precariato scolastico; e non sarà certo un concorso straordinario per 32.000 posti in tre anni che risolverà la questione.
Per farlo occorre avviare quella fase 2 che avevamo cominciato a delineare con l’ex-ministro Fioramonti per la costruzione di un percorso più snello e automatico per il conseguimento dell’abilitazione e la successiva immissione in ruolo.
Mi permetto quindi di scriverLe questa lettera per sottolineare alcuni aspetti che, mi auguro, possano condurla a prendere una decisione consapevole ed equilibrata.
Penserà che, dato il mio ruolo, sono certamente di parte e che il mio intervento sarà fazioso e tendenzioso. Lo ammetto, sono di parte, ciononostante credo che le mie argomentazioni possano comunque esserle utili e basate su ragionamenti oggettivi.
Il Ministro e parte del suo gruppo politico difendono a spada tratta il testo del bando pubblicato in Gazzetta Ufficiale sostenendo che solo in questo modo si possa essere certi di selezionare i migliori docenti in base al merito e non a meri parametri legati all’anzianità.
A parte l’ovvia obiezione che è arduo affermare che il merito si possa misurare con un test a crocette, quello che mi preme sottolineare è che, nella situazione attuale con circa 200.000 cattedre vuote, nessun concorso, ordinario o straordinario che sia, avrà mai come risultato la selezione dei nostri docenti.
Tutti i candidati che parteciperanno al concorso straordinario continueranno ad essere chiamati in cattedra a prescindere del punteggio che prenderanno alla prova concorsuale. Tutti, nessuno escluso, compresi i bocciati.

Il concorso permetterà solo di distinguere la tipologia di contratto e continuerà a discriminare dei docenti con pari doveri e diversi diritti esponendoci ulteriormente alle sanzioni provenienti dall’Europa.
Noi abbiamo sottoscritto l’intesa con il Ministro Fioramonti pensando che il test a crocette fosse il risultato di un giusto compromesso fra le parti e soprattutto perché, così facendo, la correzione sarebbe stata rapida e trasparente.
L’idea era però di svolgere lo scritto in primavera e, come lo stesso CSPI ha sottolineato, valorizzando in maniera più sostanziosa la professionalità acquisita in almeno tre anni di servizio. Avevamo concordato, inoltre, la contestuale approvazione di un disegno di legge per le abilitazioni future.
Non ci siamo quindi riconosciuti in una prova dove il test vale l’80% del valore complessivo riconoscendo solo il 20% ai titoli e servizio.
A prescindere da queste considerazioni di merito sul bando, la questione ora è stabilire se siamo in grado o meno di effettuare questa prova nei mesi di luglio/agosto come sostiene il Ministro Azzolina.
Per rispondere a questo quesito occorre rispondere a più domande.
Siamo in grado di garantire degli spazi adeguati per gestire un concorso con circa 75.000 partecipanti?
Il ministro dice di sì in quanto sostiene di avere già un piano per formare gruppi di 7/8 candidati utilizzando tutte le istituzioni scolastiche d’Italia.
Lei concorda?
Se facciamo in modo di dividere in piccoli gruppi i candidati, il numero di docenti da utilizzare per garantire la regolarità delle prove aumenta di conseguenza. Siamo sicuri di avere a disposizione un numero sufficiente di docenti disposti a rinunciare alle ferie per tale scopo?
Questi docenti dovranno necessariamente essere docenti di ruolo pertanto avranno, mediamente, un’età superiore ai 58 anni quindi considerati soggetti a rischio di ammalarsi magari con gravi complicazioni.
Lei pensa valga la pena correre questo rischio?
I candidati dovranno poi scegliere una regione ove concorrere. Tra l’altro il numero di posti maggiore si trova nelle regioni del Nord più colpite dal contagio ed è lì che, presumibilmente, convergerà la gran parte delle domande dei candidati.
Lei pensa che si possa gestire questi spostamenti senza rischio alcuno?
E che succede poi se uno dei candidati è un asintomatico o se è entrato in contatto con qualcuno che lo era nei 14 giorni precedenti?
Chieda pure ai suoi tecnici qual è la probabilità che su 75.000 candidati ce ne sia qualcuno in questa situazione. Credo che le risponderanno alcune migliaia.
E, peggio ancora, come pensa di gestire il caso in cui uno dei candidati abbia contratto il virus e sia in situazione di quarantena. Gli facciamo fare il concorso da casa? Lo escludiamo? E se fosse il migliore di tutti? Che perdita per la qualità della scuola!
Potrei continuare a lungo su questa strada, ma non vorrei tediarla più di quanto abbia fatto finora pertanto concludo semplicemente ribadendo quello che da tempo la Gilda propone.
Riteniamo che in un momento come questo, non sia assolutamente il caso di forzare la sorte e arroccarsi su questioni di principio.
Noi pensiamo che sia piuttosto ragionevole pensare di avviare tutti coloro che hanno i requisiti per accedere al concorso straordinario ad un percorso di formazione qualificata alla fine del quale sottoporli ad una verifica orale seria e approfondita che tenga conto, oltre che del percorso di formazione, anche delle competenze disciplinari, del servizio e dei titoli dei candidati. In questo modo sarà possibile differenziare chi rientra nel contingente e quindi viene stabilizzato, da chi invece, superando la prova orale potrà conseguire l’abilitazione.
Riteniamo che questa proposta, oltre ad evitare tutti i rischi legati all’emergenza sanitaria in atto, consentirà realmente di migliorare la professionalità dei nostri docenti che, a prescindere dal risultato finale, potranno rafforzare le loro competenze con un corso di formazione che deve essere serio e adeguato.
Con la speranza di non averla tediata e che le mie osservazioni risultino utili ai fini della sua decisione, Le porgo i miei Distinti saluti

Antonio Antonazzo
Responsabile del Dipartimento precariato
della Gilda degli Insegnanti