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Concorso, ultimissime: non tutti gli abilitati potranno accedere

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Il concorso per 80mila nuovi docenti è alle porte: entro sei settimane il Miur emanerà il bando riservato ai soli abilitati. Ma probabilmente non tutti potranno accedervi.

Secondo le informazioni trapelate in questi ultimi giorni, i gruppi di lavoro che al Miur stanno predisponendo la bozza selettiva – di attuazione del comma 114 della Legge 107/15 che ha imoposto come limite il 1° dicembre 2015 – hanno espresso qualche dubbio sull’accesso indistinto a tutti gli abilitati. Le perplessità persistono per tutte quelle classi di concorso dove non solo non risultano posti vacanti, ma persistono decine di docenti di ruolo soprannumerari. In questi casi, sostengono gli esperti, fare un concorso per selezionare dei docenti che non hanno alcuna possibilità, nel triennio successivo, di entrare in ruolo, non ha senso. Non solo, costituisce una spesa per lo Stato, che potrebbe essere configurata anche come danno all’erario.

Nella pratica, essendo le selezioni regionali, significa che ad essere penalizzati saranno quei docenti abilitati le cui classi di concorso abbondano di docenti della disciplina e scarseggiano di posti liberi in tutte le province della Regione. Spulciano le ultime disponibilità, relative alla copertura effettiva dei posti nella scuola nell’a.s. 2015/16, abbiamo scoperto, ad esempio, che potrebbero ritrovarsi in questa situazione tutti i docenti della A019 (discipline Giuridiche ed economiche) dell’Abruzzo: a Chieti, infatti, vi sono 19 prof soprannumerari; a L’Aquila 16; a Pescara un po’ meno, comunque ve ne sono 6; anche a Teramo c’è un docente di ruolo in più rispetto all’organico di diritto.

 

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Rischiano di rimanere a “bocca asciutta” anche i tecnico-pratici, sempre alle superiori. Nelle Marche, la classe di concorso C260 (laboratorio di Elettronica), ad esempio, ha 4 soprannumerari ad Ancona ed Ascoli Piceno, ben 10 a Pesaro e Urbino, 1 pure a Macerata. Anche in questo, nessuna provincia presenta posti liberi.

Ora, in questa situazione versano diverse classi di concorso. I docenti senza titolarità, non a caso, ad oggi sono almeno 6mila. Obiettivamente, pensare di allestire una selezione senza prospettive di immissione in ruolo appare francamente difficile.  

L’esclusione, è bene precisarlo, riguarderà quasi esclusivamente gli abilitati aspiranti docenti delle superiori. Alle medie il fenomeno è infatti molto più limitato. E i maestri della primaria e della scuola dell’infanzia non sono coinvolti in queste problematiche, perché in tutte le regioni non ci sono colleghi di ruolo senza titolarità.

Qualcuno potrebbe obiettare che con le nuove classi di concorso (ridotte di una cinquantina e quindi in molti case “allargate” come raggio potenziale di insegnamento delle discipline), il discorso potrebbe cambiare. Francamente, però, visti i tempi ristretti per l’emanazione del bando, risulta assai difficile che il “concorsone” possa essere realizzato con queste nuove tabelle: per il loro via libera definitivo, infatti, manca il parere delle commissioni competenti di Camera e Senato, più l’approvazione finale del Consiglio dei ministri. Ora, visti i tempi della macchina legislativa e parlamentare, appare davvero difficile che tutto ciò avvenga entro il prossimo mese.

 

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