La trattativa (10mila sono le persone interessate) riguarda sia gli aspetti economici che quelli giuridici.
Stando alle prime anticipazioni le novità sarebbero davvero poche.
Può darsi che ci sia qualche correzione alle norme attuali relative ai compensi per incarichi aggiuntivi assegnati dall’Amministrazione o da altri Enti.
In una versione dell’atto di indirizzo che era circolata fra gli addetti ai lavori nei mesi scorsi si parlava anche della reintroduzione delle norme di carattere disciplinare.
Ma sembra che nel documento finale questa parte sia saltata perchè secondo una recente sentenza del Consiglio di Stato i capi di istituto sono equiparati in tutto e per tutto alla dirigenza statale per la quale è prevista la valutazione dei risultati ma non l’applicazione di un vero e proprio codice di disciplina: in altre parole al dirigente scolastico che commette delle infrazioni può essere modificato o addirittura revocato l’incarico senza che si passi necessariamente attraverso un procedimento disciplinare.
Quanto agli aspetti economici non si conoscono ancora i contenuti della proposta del Governo, ma certamente il rinnovo contrattuale dovrà per forza di cose tener conto del tetto complessivo di spesa previsto per il pubblico impiego.
Nei prossimi giorni si saprà qualcosa di più e si conosceranno anche le posizioni dei sindacati che, per ora, si sono limitate a prendere atto del provvedimento con qualche breve commento.
Cgil-FLC coglie l’occasione per ironizzare ("L’atto di indirizzo è stato inviato all’Aran: alla buon’ora!"), mentre l’Anp attribuisce la decisione del Governo alla propria iniziativa (il 21 aprile Giorgio Rembado aveva scritto al ministro Baccini sollecitando per l’ennesima volta l’emanazione dell’atto).
