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Contratto scuola, tutto sulla parte economica. Aumenti e arretrati solo dopo la firma definitiva

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Manca ormai poco per la firma definitiva del contratto scuola 2016/2018, firmato lo scorso 9 febbraio dal governo e dei sindacati. Dopo il via libera del Ministero dell’Economia, è arrivato quello del Governo, dopo la riunione del Consiglio dei Ministri di mercoledì pomeriggio. Adesso, si attende solo l’ok della Corte dei conti.

Gli arretrati e gli incrementi contrattuali saranno erogati solo dopo la firma definitiva del CCNL.

Al momento in cui scriviamo sono in corso i controlli di rito da parte degli organi competenti previsti dalla legge ed è probabile che tale iter si concluda entro il mese di marzo. Successivamente saranno erogati tutti gli incrementi previsti dal contratto al personale interessato.

Precisazioni

Così già più volte segnalato da La Tecnica della Scuola, gli aumenti per il comparto Istruzione sono modesti e addirittura, con un primo calcolo, un numero non trascurabile di docenti potrebbe avere qualche sorpresa sgradita.

Uno stipendio da 24.000 mila euro che attualmente dà diritto a un bonus di 960 euro: con l’applicazione del nuovo contratto salirà a 24.900 euro che però consentirà di avere un bonus di soli 812 euro, con una perdita netta di 148 euro.

Già molti insegnanti hanno già avuto una loro personale sorpresa con lo stipendio di febbraio, con cui è stato effettuato il conguaglio fiscale del 2017.

Infatti, chi ha percepito compensi accessori nel corso dell’anno potrebbe aver superato superato il tetto che gli dava diritto al bonus di 80 euro o di una parte di esso.

Gli aumenti 

Così, come segnalato dalla Flc-Cgil, gli incrementi contrattuali sono lordo dipendente. Per ottenere gli importi netti occorre sottrarre le ritenute assistenziali e previdenziali (11,15%) e le ritenute Irpef le cui aliquote di calcolo variano da persona a persona a seconda dello scaglione di reddito di riferimento.

Scarica le tabelle dettagliate per profilo e fasce stipendiali

Scheda Flc Cgil Ccnl Istruzione E Ricerca 2016 2018 Aumenti E Arretrati Sezione Scuola

Arretrati

Per i periodi già trascorsi di vigenza del contratto, ai lavoratori verranno erogati gli aumenti sotto forma di arretrati. Questi riguarderanno il 2016, il 2017 e i primi due mesi del 2018.
Mediamente per il personale della scuola gli arretrati ammontano complessivamente per il periodo considerato a circa 400 euro.
Agli arretrati ha diritto tutto il personale in servizio nel triennio 2016-2018, compreso il personale con nomina a tempo determinato e il personale andato nel frattempo in pensione. Ovviamente in questi ultimi casi gli arretrati vanno calcolati in rapporto al periodo effettivo di servizio. Al personale andato in pensione nel periodo di vigenza del contratto spetta anche il ricalcolo dell’assegno pensionistico e della liquidazione (TFS) o trattamento di fine rapporto.

Incrementi mensili

Gli aumenti stipendiali mensili decorrono dal 1° marzo 2018. Gli aumenti sono stati definiti e parametrati in ragione dei diversi profili professionali e delle diverse anzianità di servizio.

Gli incrementi retributivi si compongono dei seguenti elementi:

  • Stipendio tabellare
  • Rpd/Cia/Indennità di direzione
  • Elemento perequativo

Lo stipendio tabellare è stato incrementato per tutti del 3,48% così come previsto in legge di bilancio 2018.
Le indennità fisse e continuative (Rpd/Cia/Indennità di direzione) invece sono state incrementate mediamente del 6,82%, una cifra superiore a quella stabilita in legge di bilancio. Questo è stato possibile utilizzando parte delle risorse destinate al “bonus docenti” e parte delle risorse destinate al MOF.

L’elemento perequativo viene erogato da marzo 2018 a dicembre 2018 e serve ad assicurare ai livelli retributivi più bassi incrementi mensili che si avvicinino alla media degli 85 euro così come previsto dall’accordo del 30 novembre 2016. Le risorse per finanziare l’elemento perequativo derivano dal diverso utilizzo degli incrementi relativi ai mesi di gennaio e febbraio 2018 destinati a tutto il personale.

In sintesi nel 2018 per il personale ATA si ottiene un aumento mensile che va da un minimo di 80,40 euro ad un massimo di 105,50, mentre per il personale docente un aumento mensile che va da un minimo di 85,50 ad un massimo di 110,70.