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Contratto statali, sindacati incontrano governo e chiedono modifiche

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Oggi giornata chiave per quanto riguarda il rinnovo del contrato del pubblico impiego. L’incontro è in corso. Presenti oltre al ministro Madia, i leader di Cgil, Cisl e Uil, i segretari confederali rappresentanti il settore e i segretari generali delle categorie. 

Come riporta l’AGI, il governo insiste sugli 85 euro medi come incremento salariale per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. Ma i sindacati chiedono modifiche al testo e cercano una formula diversa che ampli i margini dell’aumento.

Nell’ultima bozza di accordo presentata al tavolo con le organizzazioni sindacali si legge ancora: “il Governo, confermando la vigenza contrattuale nel triennio 2016/2018, si impegna a riconoscere le attuali risorse previste nella legge di bilancio per il 2017, aggiuntive a quelle per il 2016, utilizzandone la quota prevalente per il rinnovo dei contratti. Il Governo garantisce che, con le leggi di bilancio, saranno stanziate ulteriori risorse finanziarie che consentano di definire incrementi contrattuali in linea a quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati e comunque non inferiori a 85 euro mensili medi”. 

“Spero proprio che si chiuda, dopo tanto lavoro siamo venuti qui per chiudere”: dice il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, entrando al tavolo con il ministro della P.a. Marianna Madia sul rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. “Spero in un bun accordo, anche sugli 85 euro – ha aggiunto – entriamo per fare un buon accordo che finalmente dopo 7 anni sblocchi il contratto e valorizzi innovazione e produttivita’. Il vero cambiamento che la p.a. deve fare e’ la qualita’ del lavoro e dei servizi . Si tratta di un accordo importante per tutti i dipendenti pubblici e anche per l’Italia”.

“E’ il governo che deve dare delle risposte”, ha detto invece il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso ricordando i nodi “sugli 85 euro e su come si intrecciano al bonus degli 80 euro. Ci deve risposte sulla questione della scuola. Sono molte le questioni aperte”, conclude