Home Politica scolastica Convegno promosso da TreeLLLE sulle scuole non statali

Convegno promosso da TreeLLLE sulle scuole non statali

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Mercoledì 25 giugno a Roma presso l’Università LUISS si terrà la presentazione della nuova ricerca di TreeLLLe “Scuole pubbliche o solo statali? Per il pluralismo dell’offerta – Francia, Olanda, Inghilterra, USA e il caso Italia”. Interveranno il Ministro Stefania Giannini e l’On. Luigi Berlinguer.

Dopo l’apertura di Massimo Egidi, rettore dell’università ospitante, sono previste diverse relazioni e interventi, tra i quali quelli dell’ex ministro Luigi Berlinguer e dell’attuale titolare di viale Trastevere Stefania Giannini. Le relazioni sono presentate da Simon Steen, presidente ECNAIS (European Council of National Associations of Indipendent Schools), sul tema “Le scuole indipendenti in UE e il caso Olanda”, Antonino Petrolino, già Presidente ESHA (European School Heads Association) su “I casi Inghilterra e USA”, Bernard Toulemonde (Inspecteur General de l’Education Nationale) su “Il caso Francia”, Rosario Drago (già dirigente e consigliere MIUR) su “Il caso Italia”.

Ad Attilio Oliva, presidente dell’Associazione TreeLLLe, sono affidate le “Considerazioni conclusive”, mentre Andrea Ichino, docente di Economia Politica (European University Institute), interviene subito dopo per presentare una “Ipotesi di sperimentazione” sulla materia discussa nel convegno.

Ecco il calendario dei lavori 

Ore 9.00 – 13.00 Aula Magna Università LUISS, viale Pola 12, Roma

Presentazione del Quaderno n. 10

Scuole pubbliche o solo statali? Per il pluralismo dell’offerta Francia, Olanda, Inghilterra, USA e il caso Italia

Apertura MASSIMO EGIDI –Rettore Università LUISS

Relazioni

ROSARIO DRAGO – già Ispettore tecnico dell’istruzione e consigliere MIUR Il caso Italia

ANDREA ICHINO – Prof. Economia Politica (European University Institute) Una ipotesi di sperimentazione

BERNARD TOULEMONDE – Inspecteur General de l’Education Nationale Il caso Francia

ANTONINO PETROLINO – già Dirigente scolastico e Presidente ESHA (European School Heads Association) I casi Inghilterra e USA

SIMON STEEN – Presidente ECNAIS (European Council of National Associations of Indipendent Schools) Le scuole indipendenti in UE e il caso Olanda

ATTILIO OLIVA – Presidente Associazione TreeLLLe

Considerazioni conclusive

Interventi

On. LUIGI BERLINGUER, già Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca

On. STEFANIA GIANNINI, Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca

Questa ricerca riguarda il rapporto fra “finanziamento” e “gestione” delle istituzioni scolastiche e, in connessione, la questione dei limiti alla libertà di scelta educativa da parte dell’utenza.

Si tratta di un tema molto controverso sul piano politico. Non siamo in presenza di una querelle solo italiana: con toni diversi, il nodo è stato già affrontato in altri paesi di grande tradizione educativa, ciascuno dei quali ha individuato una propria via per gestirlo. Ci sono del resto eccellenti ragioni, storiche e culturali, per sostenere il ruolo primario dello Stato nell’indirizzare, finanziare e valutare il sistema scolastico (non necessariamente per gestire le singole scuole); come ce ne sono di non meno valide per sottolineare i rischi di un monopolio educativo, da chiunque esercitato.

In ciascuno dei quattro paesi stranieri presi in esame, esistono scuole finanziate dallo Stato ma gestite da privati, con modalità diverse: è il caso delle Charter Schools americane, delle Academies inglesi, delle Scuole private a contratto in Francia e delle Scuole private a diversa “denominazione” nei Paesi Bassi. Quello che li accomuna tutti è la scelta di diversificare l’offerta formativa, consentendo l’apertura di scuole “indipendenti”, finanziate nella stessa misura o quasi delle corrispondenti scuole statali.

Il Quaderno si conclude con il caso delle scuole paritarie in Italia: l’assegnazione dei fondi pubblici viene effettuata in un clima di sostanziale incertezza e aleatorietà. Con queste caratteristiche, il “contributo” dello Stato (ed anche degli altri enti pubblici) risponde solo simbolicamente ai principi di pluralismo dell’offerta, diritto di scelta delle famiglie, sussidiarietà tra iniziativa statale e privata, e natura pubblica del servizio educativo affermati dalla legge 62/00 sulla parità.

Anche dal punto di vista culturale la misura e le modalità a dir poco inefficienti del finanziamento pubblico alle scuole paritarie non sembrano rispondere ad una consapevole e condivisa scelta politica che è stata invece operata dagli altri Paesi presi in esame.