Home Politica scolastica Corte dei Conti: utilizzate meglio i fondi Ue

Corte dei Conti: utilizzate meglio i fondi Ue

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La Corte dei Conti entra a pieno diritto sui fondi destinati a sconfiggere la dispersione scolastica, fondi che però non sarebbero gestiti correttamente; e lo scrive sulla sua relazione: “La lotta alla dispersione scolastica: risorse e azioni intraprese per contrastare il fenomeno”.

Relazione  approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con deliberazione 14/2019/G del 26 luglio 2019:

Alta dispersione scolastica, nonostante rilevante sia stato il contributo dell’Ue

«In Italia il tasso di dispersione scolastica è pari al 14,5%. In termini numerici, nella scuola secondaria di II grado, gli abbandoni complessivi nel 2016 e nel passaggio fra il 2016/2017 sono stati 112.240. Le risorse finanziarie stanziate ed erogate dallo Stato, negli anni 2012-2017, sono state di 218 milioni di euro. Rilevante ausilio è giunto dai fondi comunitari. Nel periodo di programmazione Pon 2007-2013, il totale complessivo delle risorse finanziarie utilizzate per la lotta alla dispersione è stato pari a 309.690.333,10 euro. L’importo programmato per il periodo 2014/2020 è di euro 345.945.951».

Cause strutturai ed endogene. La povertà

La relazione –precisa Il Sole 24 Ore- esamina i profili finanziari e gestionali sulle misure di contrasto adottate, dichiarando che il fenomeno viene ricollegato alle sue cause strutturali, endogene ed esogene, legate sia alla scarsa attrattività delle scuole che poco tocca le corde motivazionali dell’alunno, e sia alla povertà di molte zone d’Italia, in particolare i quartieri delle città metropolitane e i luoghi a forte rischio migratorio.

Raccomanda dunque la Corte di rendere le scuole non solo luoghi di apprendimento ma anche occasioni di esperienza di comunità e solidarietà.

Un piano nazionale programmatico

La Corte prospetta l’utilità di un piano nazionale programmatico e di un monitoraggio legato a un costante aggiornamento dell’anagrafe degli studenti insieme a una funzionante “rete” tra tutte le istituzioni pubbliche (in particolare quelle delle scuole) con la possibile costituzione di un comitato di esperti con competenze elevate nelle politiche e nei dispositivi di contrasto alla dispersione.