
“Sono oggettivamente preoccupato da quella che potrà essere la situazione anche in Italia nel momento in cui l’onda di salita dovesse essere importante”, considerando che “le vaccinazioni in genere e soprattutto quella anti-Covid non hanno avuto grandi adesioni. Questo è sicuramente un errore ed è un effetto della campagna diffamatoria sui vaccini che ancora continua in tante parti del mondo”. A dirlo è stato il virologo Fabrizio Pregliasco, rispondendo all’Adnkronos Salute sul primo caso di variante Nimbus (NB.1.8.1) in Italia, registrato all’ospedale policlinico San Martino di Genova, e il decesso segnalato dall’infettivologo Matteo Bassetti nello stesso ospedale, legato a una “forma devastante di polmonite da Covid“, variante LP.8.1.
Secondo il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’università Statale di Milano, sarebbe un copione già scritto quello a cui siamo destinati: “Il Covid rimarrà con noi“, con il suo classico “andamento ciclico che potrebbe ancora dare – perché ancora li dà, giorno per giorno – effetti veramente molto pesanti nelle persone fragili”, ha specificato Pregliasco.
Anche l’Organizzazione mondiale della sanità, in un alert diffuso a fine maggio, sostiene che abbiamo assistito nell’ultimo periodo “un aumento dell’attività globale di Sars-CoV-2 da metà febbraio 2025, con un tasso di positività ai test che ha raggiunto l’11%: livelli che non si osservavano da luglio 2024“.
Ecco perché Pregliasco punta il dito contro le fake news che sui vaccini anti-Covid (e non solo) non si sono mai fermate. “Non a caso negli Usa” il responsabile della Sanità Robert F. “Kennedy Jr. – ricorda Pregliasco – ha detto anche recentemente delle sciocchezze, togliendo i finanziamenti al vaccino combinato Covid-influenza di Moderna, sostenendo che gli studi non avevano prodotto dati di riduzione della malattia clinica, ma solo dati di risposta immunologica”.
In questo modo, alimentando la sfiducia nei vaccini e la fuga dalle campagne vaccinali, “si creano davvero sacche di persone suscettibili” all’infezione da Sars-CoV-2 e alle sue complicanze. “Perché anche chi si infetta e guarisce nell’arco di 4-5-6 mesi perde la protezione“, ha ricordato Pregliasco.
Secondo l’esperto, poiché “il Covid ha un andamento ondulante, con un ciclo di circa 6 mesi non collegato al dato climatico come le altre infezioni respiratorie”, periodicamente rialza la testa e “in un momento di risalita se trova sacche di popolazione scoperte colpisce, e nei pazienti a rischio può colpire duro”.
A fare da “portatori” del temibile virus potrebbero essere gli studenti, che lo acquisiscono in classe o nei corridoi della scuola, e poi lo portano a casa, dove si infettano genitori e nonni, quindi gli individui potenzialmente più a rischio.
Se è vero infatti che “le nuove varianti Omicron sono comunque più benevoli, l’anziano multimorbido”, quello fragile con malattie pregresse, “il Covid-19 lo può uccidere ancora”, avverte Pregliasco.