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Cultura di genere: a Rivoli (TO) la Lega dà consigli alle scuole, ma le Associazioni protestano per l’invasione di campo

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A Rivoli, importante città alle porte di Torino, alcuni consiglieri comunali della Lega presentano e fanno approvare in  Consiglio una mozione sulle cosiddette teorie di genere e provocano immediatamente una polemica che coinvolge anche le associazioni professionali piemontesi.

La mozione, nel concreto, sottolinea la contrarietà della Amministrazione comunale ad attività e iniziative scolastiche sui temi della cultura di genere.
Secondo tali teorie – si legge nel documento approvato dal Consiglio – non si è maschi o femmine in relazione alle caratteristiche fisiche che si hanno alla nascita in quanto l’identità di genere sarebbe il risultato di un processo personale legato alla soggettiva percezione di ciascuno.
La mozione prevede anche che l’Amministrazione Comunale intervenga nei confronti delle scuole, dei docenti e dei dirigenti scolastici per “consigliare” di tenere conto della contrarietà del Consiglio comunale alle cosiddette teorie di genere.

Immediata la replica del Forum regionale delle Associazioni che sostiene: “Con questa presa di posizione l’amministrazione comunale vorrebbe obbligare dirigenti scolastici e insegnanti delle scuole della cittadina a interrompere alcuni dei percorsi pedagogici e didattici progettati e avviati, riguardanti aspetti importanti della formazione infantile, quali i processi di socializzazione primaria e secondaria, l’educazione di genere, l’educazione sessuale, il contrasto al bullismo”.    

“L’atto formale compiuto dal consiglio comunale – proseguono le associazioni – configura un grave attacco alla libertà dell’insegnamento e all’autonomia scolastica previste dall’ordinamento dello Stato italiano e dallo stesso dettato costituzionale”.

“Le associazioni aderenti al Forum per l’Educazione e la Scuola del Piemonte – conclude il comunicato dello stesso Forum – si impegnano ad avviare e sostenere su questi temi un dibattito e un confronto nelle scuole, fra i dirigenti gli insegnanti e i genitori, nella convinzione che essi costituiscano una base indispensabile per lo sviluppo di positivi processi di socializzazione, di riconoscimento e accettazione degli altri, di educazione alla convivenza civile e di contrasto alla violenza e al bullismo”.