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Ddl Zan affossato al Senato. Anche la scuola perde un’occasione. Azzolina: “Pieno oscurantismo”

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Il Ddl Zan è stato affossato al Senato. Esultano le destre per i 154 voti a favore, i 131 contrari e i 2 astenuti davanti alla richiesta di non esaminare la legge articolo per articolo e procedere invece a scrutinio segreto. Uno scarto di 23 voti che ha consentito alla Lega di averla vinta. “Ancora una volta l’egoismo politico di taluni fa sì che la classe politica dimostri di non essere all’altezza dei cittadini. I diritti di ciascuno con il Ddl Zan sarebbero stati maggiormente tutelati, non compressi. Dispiace, ma sembra di vivere anni di pieno oscurantismo, al quale non possiamo arrenderci”. Così la ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Anche un’altra ex inquilina di viale Trastevere, Valeria Fedeli, è molto rammaricata: “La mia prima reazione in aula sono state le lacrime. Sul futuro del Ddl Zan dovremo decidere come e su che base”.

Fortemente in linea con la generazione Zeta, intervistata dalla Tecnica della Scuola, sono le parole di Enrico Letta, affidate a Twitter: “Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà”.

Il Ddl Zan e la scuola

Un’opportunità persa anche per le scuole, nell’ambito delle quali il testo di legge avrebbe permesso che si realizzassero, in occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, incontri e iniziative finalizzati a promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione, nonché a contra­stare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità so­ciale sanciti dalla Costituzione.

Peraltro – non è secondario ricordarlo – il Ddl sarebbe intervenuto anche a contrasto della violenza e delle discriminazioni legate all’inabilismo ovvero alla disabilità. Insomma, avrebbe dato uno strumento in più alla lotta contro il bullismo e il cyberbullismo che molto spesso mietono vittime proprio tra gli omosessuali e i disabili.