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Decreto legge sui precari, montano le polemiche

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Non si placano le polemiche sul decreto legge proposto dal Governo per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico.
I Cobas paragonano il decreto ad "una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti dei docenti della scuola statale" e preannunciano una manifestazione davanti alla sede del Consiglio di Stato il 13 luglio, in concomitanza con la seduta nel corso della quale dovrà essere presa in esame la sentenza del TAR Lazio.
Ma le prese di posizione si stanno moltiplicando anche in casa confederale: nella giornata del 2 luglio si è svolta a Bologna una affollata assemblea dei docenti precari con la presenza di Cgil, Cisl e Uil.
A Bologna e nella regione sono state raccolte 3-4 mila firme che verranno consegnate ai parlamentari con la richiesta di emendare il testo del decreto proposto dal Governo.
Anche in Piemonte si segnalano iniziative analoghe, mentre la Uilscuola parla di "pasticcio" a proposito della disposizione che prevede di trasferire ai dirigenti scolastici la competenza a nominare i supplenti annuali dopo il 31 agosto.
Su quest’ultima questione le valutazioni sono piuttosto contrastanti anche perché – al momento attuale – è difficile prevedere con precisione quali potrebbero essere le conseguenze pratiche.
Se in linea di principio può essere positivo affidare alle singole scuole le operazioni di reclutamento del personale supplente, non bisogna trascurare il fatto che tali nomine dovranno essere fatte utilizzando le graduatorie provinciali e non quelle di istituto: inevitabilmente questa regola complicherà le cose e forse rallenterà le operazioni.
Intanto sul testo ufficiale del decreto si apre un piccolo giallo.
Nella prima versione pubblicata nel sito del MPI si leggeva: "I servizi di insegnamento prestati dall’1 settembre 2000 nelle scuole paritarie, pareggiate, parificate, legalmente riconosciute e nelle scuole materne autorizzate con nomine dei docenti approvate dalla competente autorità scolastica, sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali."
L’ultima versione odierna recita invece:  "I servizi di insegnamento prestati dall’1 settembre 2000 nelle scuole paritarie sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali."
Quest’ultima versione è conforme a quella che venne presentata dal ministro Moratti ai sindacati nel corso dell’incontro del 27 giugno, mentre la versione precedente aveva appunto sollevato le proteste di Cgil, Cisl e Uil.