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Didattica a distanza: vista e udito, ma per lo strumento musicale manca tatto e olfatto

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Nell’ambito della nostra rubrica “La Tecnica per la scuola”, abbiamo parlato con il prof Antonino Faro, docente di storia della musica e direttore del Dipartimento Musica del Liceo Statale “G. Turrisi Colonna” di Catania, per capire come sta funzionando la didattica a distanza con gli alunni che frequentano lo storico Istituto e in particolare gli studenti del Liceo Musicale.

Struttura tecnologica rafforzata

La nostra scuola ha una attrezzatura tecnologica di base che si è dovuta rafforzare, anche grazie all’intervento del Ministero, per affrontare una tale emergenza. Inoltre il Liceo, tra le altre cose, ha provveduto alla consegna di tablet in comodato d’uso per le famiglie che ne hanno fatto richiesta e che avevano i requisiti fissati dal Miur”.

Ma non solo, spiega il prof Faro, “ci si è naturalmente avvalsi della figura dell’animatore digitale, istituita già da diversi anni, ora rivelatasi fondamentale per la gestione dell’emergenza e per la formazione dei docenti che si sono confrontati con diverse piattaforme, per poi uniformarsi alle direttive del Miur, che ha individuato in Google Suite l’insieme delle applicazioni da utilizzare per la realizzazione della didattica a distanza”. In altre parole, spiega Faro, “fin da subito abbiamo provato ad attuare diverse forme di dad, passata la fase dell’emergenza, e dopo un periodo di rodaggio ci siamo uniformati a G Suite”.

Criticità con l’orario

“Tuttavia, occorre dire pure che abbiamo riscontrato diverse criticità  relative alle materie teoriche del mattino, più precisamente legate alla scansione oraria. Cercando di mantenere l’orario di massima, lo abbiamo adattato alla dad e, seguendo le indicazioni del Ministero, abbiamo, attraverso l’utilizzo delle video lezioni, provato a concentrarle in non più di 30 minuti, in modo da non affaticare i nostri studenti per troppe ore davanti allo schermo.

“Nella prima fase ho approfondito gli argomenti già svolti, ma, quando la situazione si è definita, ho cercato di affrontare gli autori più attuali, piuttosto che seguire il programma e la rituale storia della musica. Insomma ho approfondito le personalità più vicine ai tempi che stiamo vivendo”.

“E allora Chopin, piuttosto che Beethoven, mentre  il lock down forzato ci ha costretti a ricercare quale aspetto umano è più vicino alla nostra condizione di reclusi in casa per effetto del Covid-19.

Come gestire la didattica a distanza

“Per quanto riguarda invece la gestione della didattica a distanza, in relazione alla natura tecnico-pratica dell’insegnamento dello strumento musicale, e in modo particolare per la gestione dei laboratori di musica d’insieme, si sono utilizzate la modalità ‘sincrona’ (video lezioni in diretta) e ‘asincrona’ (registrazioni audio e video). Anche se di fatto nessuna tecnologia rende possibile avvicinarsi alla lezione in presenza, nel senso che c’è sempre un ritardo con le connessioni e non si ottiene mai un ritorno sonoro reale tra l’allievo e l’insegnante.

“In compenso però, -precisa Faro- utilizzando le registrazioni, abbiamo cercato di liberare la fantasia dei ragazzi, nello loro produzioni audio o audio-video, lasciando eccezionalmente in secondo piano la performance prettamente e tecnicamente musicale a cui noi tutti musicisti siamo abituati. E’ chiaro che è impossibile far rivivere, anche in minima parte, l’indissolubile legame che si forma nella prestazione ‘live’ tra il musicista e il proprio pubblico. Nel senso che il concerto è nella sua essenza il pubblico, presente e nel presente.

“Tuttavia i ragazzi sono stati favorevolmente stimolati a registrarsi e a mandare gli audio delle esecuzioni ai propri insegnanti, sviluppando una crescita tecnica nel ricercare la precisione nell’incisione anche attraverso l’aggiornamento a programmi più performanti nella ripresa.

La dad pensata e pesata sui bisogni dei ragazzi

“Ancora adesso siamo ‘work in progress’ e tutti noi, insegnati e allievi, siamo allo studio di una tecnologia che contribuisca al nostro scopo e che tenda il meno possibile all’artificiale, che sia meno fredda. In questo senso il prodotto che dura poco e che fissa pochi istanti forse trasmette la realtà in maniera più immediata. Senza contare che la prima e più chiara indicazione del Ministero riguardante la dad è stata quella di essere pensata e pesata sui bisogni di chi ha pochi o inadeguati mezzi; una tecnologia base dunque, che possa raggiungere tutti.

“Il tempo che abbiamo e stiamo passando davanti ai nostri dispositivi elettronici mi ha fatto riflettere, facendomi rivedere gli obiettivi e le metodologie da utilizzare con i miei alunni: siamo costantemente sollecitati nei due sensi, vista e udito, per cui tatto, olfatto e gusto vengono messi in secondo piano.

“La stessa comunicazione formativa e didattica viene mortificata senza l’ausilio degli altri sensi a nostra disposizione, viene messo in secondo piano la relazione umana con l’altro. Per cui la lezione in presenza, avere gli alunni davanti, sentirne il fiato, aggiustarne la postura ecc. è insostituibile”.

Esami di Stato: nessuna certezza per la prova pratica

E dopo tante precisazioni, il prof Faro, vuole puntualizzare la spinosa faccenda degli esami di stato.

“Non abbiamo certezze riguardo l’esame di stato conclusivo. Il Ministero si deve pronunciare al più presto, in termini precisi e soprattutto se la pratica musicale sarà presente insieme alla prova orale.

“In termini di legge- precisa Faro- la prova pratica è collegata alla seconda prova scritta che, essendo stata annullata, dovrebbe annullare anche la nostra prova pratica. Dunque che fare?  Riuscirà il Ministero a dirci come dobbiamo comportarci, quale direttiva seguire e soprattutto che tenga conto delle materie specifiche del nostro indirizzo che si concludono con l’esecuzione al proprio strumento come saggio di quello che si è studiato nei 5 anni, per poi accedere allo studio in conservatorio”.

Una domanda a cui dal ministero si dovrebbe dare una risposta, mentre il tempo degli esami si avvicina e con esso anche l’opportunità di lanciare qualche certezza in un momento di preoccupazione e sbandamento.