Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Dimissioni dei ministri Pdl, furia Carrozza: dovranno rendere conto agli italiani

Dimissioni dei ministri Pdl, furia Carrozza: dovranno rendere conto agli italiani

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“I ministri che hanno fatto questa scelta ne dovranno rendere conto agli italiani”: è dura la reazione del ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ‘postata’ su Twitter, alla notizia delle dimissioni dei ministri del Pdl. Carrozza ha anche sottolineto che con le dimissioni e la crisi di Governo non è a rischio solo l’aumento dell’Iva, “ma anche altri provvedimenti come l’investimento sulla scuola”.
Si accavallano, intanto, le reazioni all’inaspettato epilogo del Governo Letta. A sentire il ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato, a margine di un’iniziativa alla festa democratica nazionale del Pd su scuola e università a Pisa, ”il Governo Letta non è legato a quello che decide la delegazione di ministri del Pdl ma a quello che deciderà il Parlamento”. Per poi aggiungere: ”l’Italia è una democrazia parlamentare e dunque l’esecutivo manterrà dritta la barra nel tentativo di risolvere i problemi degli italiani. Non giriamo però la frittata: non si può dire che aumenta l’Iva per l’intransigenza del Pd quando abbiamo continuare a lavorare a soluzioni alternative anche di fronte alla minaccia di dimissioni in blocco dei parlamentari del Pdl. Nessuna minoranza può pretendere di fare ciò che vuole”.
È un dato di fatto, però, che la “minoranza” del Pdl ha il suo considerevole peso in seno agli equilibri politici di chi governa oggi l’Italia. Anche per il governatore della Toscana, Enrico Rossi, anche lui a Pisa a margine della festa nazionale Pd su università e scuola: ”Ora non so cosa accadrà ma non credo che Napolitano sia disposto a sciogliere subito le Camere”, ha detto Rossi. Però già il fatto che se ne parli significa che si tratta di una soluzione plausibile. Il presidente della Regione della Toscana ha poi concluso il suo pensiero dicendo che ”le dimissioni dei ministri Pdl sono la conferma di un partito incapace di uscire dalla subordinazione a Berlusconi e che non sa e non vuole accettare una sentenza passata in giudicato”. Eppure il Pdl sostiene che la querelle sull’ex premier non avrebbe nulla a che vedere con Berlusconi: il motivo dell’abbandono del Governo sarebbe ufficialmente quello della mancata copertura finanziaria per evitare l’aumento dell’Iva dal prossimo 1° ottobre.