Home Attualità Diplomati magistrali, perché si cerca una soluzione solo adesso?

Diplomati magistrali, perché si cerca una soluzione solo adesso?

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L’incontro del 4 gennaio fra Miur e sindacati non ha portato a nulla. Solo proposte, per di più già note nelle ultime settimane e una conferma (ancora non ufficiale), che tutti i diplomati magistrali assunti in ruolo con riserva termineranno l’anno scolastico in cattedra.

Riaprire le graduatorie di istituto per i diplomati magistrali

Intanto, da quello che è emerso dal resoconto dei sindacati, ci sarebbe appunto l’idea di salvaguardare l’anno in corso, tutelando la continuità didattica e la serenità del lavoro dei tanti docenti che grazie alle sentenze cautelari stanno lavorando nelle scuole.
Lo step successivo sarebbe quello, ammesso che tutte le sentenze di merito seguano l’orientamento dell’adunanza plenaria, di riaprire le graduatorie di istituto e permettere agli inseriti in GaE di rientrare in graduatoria di istituto, salvaguardando i punteggi acquisiti nel corso degli anni di servizio svolto in ruolo con riserva.

Nuovo reclutamento ad hoc per infanzia e primaria?

Leggendo il verbale dell’incontro di ieri, si nota che, una volta sentito il parere dell’Avvocatura di Stato che fornirà indicazioni pratiche (si spera), sarebbe necessaria una ”riflessione generale sui meccanismi di reclutamento da utilizzare per la scuola dell’infanzia e primaria, anche alla luce delle soluzioni già adottate dal Governo per i precari della secondaria di primo e secondo grado”. Quale potrebbe essere questa riflessione?

Come riportato a La Tecnica della Scuola il segretario Snals Confsal Elvira Serafini, “ieri non si è parlato di questo e siamo stati ben lontani dal farlo. Aspettiamo la proposta del Miur che potrebbe essere anche migliore di quanto ci aspettiamo”.
Non è un mistero che si possa propendere ad un corso – concorso ad hoc dove inserire i diplomati magistrali. Prendendo spunto dalla procedura FIT per la scuola secondaria, si potrebbe decidere di organizzare un concorso seguito da un corso di formazione sul campo, oppure, un concorso non selettivo e in seguito un percorso di tirocinio.

Stiamo parlando di supposizioni a partire da orientamenti del ministero, ma non è escluso che possano diventare parte integrante di un nuovo programma.
Di sicuro c’è che la giurisprudenza ha inserito in GaE migliaia di diplomati magistrali, una parte dei quali è stata anche assunta in ruolo, evidentemente a causa di un “buco” normativo o semplicemente una mancata chiarezza che i giudici hanno valutato in tal senso.

L’unica domanda, a parere di chi scrive, è la seguente: perché solo adesso il Miur ha deciso di “condannare” le sentenze, ricordando l’esistenza della legge da rispettare, e nei mesi scorsi, per non dire negli anni scorsi, si è taciuto? Ecco perché bisogna trovare una soluzione politica alla svelta, per tentare di recuperare il tempo perduto, cercando di non svantaggiare nessuno.