Home Generale Diplomi, “scuole barzelletta” e sirene del calcio internazionale

Diplomi, “scuole barzelletta” e sirene del calcio internazionale

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Parliamo di Simone Scuffet, portiere dell’Udinese e della Nazionale italiana Under-18, considerato uno dei giovani più promettenti della sua generazione, viene paragonato a Gianluigi Buffon per precocità, poiché entrambi hanno esordito in Serie A a 17 anni. È considerato un portiere molto reattivo e sicuro. La notizia è che Simone Scuffet non andrà alla squadra di calcio dell’Atletico Madrid, facendo saltare un ingaggio di 900mila euro netti a stagione. Questo Affare si è bloccato perché a battere i pugni sul tavolo sono stati papà Fabrizio, bidello di Remanzacco e mamma Donatella, casalinga. In un articolo del Corriere della Sera.it Ventisettesima ora si scrive: “Donatella e Fabrizio Scuffet hanno pensato che per loro figlio Simone, ancora minorenne ma già con la patente di nuovo Buffon, fosse meglio restare ancora un anno a Udine. Per una ragione molto semplice. Vogliono che prenda un vero diploma da ragioniere nell’istituto dove ha cominciato a studiare e non in una delle molte scuole barzelletta che infestano l’Italia“.

Quindi da una parte si crede fermamente nel valore di un diploma rilasciato da una scuola superiore di secondo grado, dall’altra però ci sono riflessioni e considerazioni ingiuste e ingiustificate, perché non si possono usare termini discriminatori del tipo “scuole barzelletta che infestano l’Italia“. Le scuole di Udine saranno sicuramente affidabili ed innovative, ma quelle del resto d’Italia non sono da meno (con l’eccezione dei diplomifici), perché l’impegno di una moltitudine di insegnanti, che ogni giorno ci ingegna con passione professionale, non trova limiti sia nella longitudine (da est a ovest) che nella latitudine (da nord a sud) del nostro bel Paese.