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Disabili, perché lo Stato non sostiene gli iscritti alle medie e superiori paritarie?

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Aumentano gli alunni con disabilità nelle scuole italiane. Anche in quelle paritarie, solo che lo Stato fa davvero poco per tutelare e sostenere le loro famiglie.

A sostenerlo, parlando di “grave ingiustizia che occorre sanare quanto prima”, sono le associazioni Agesc, CdO Opere Educative, Fidae, Fism. Le quali chiedono, pertanto, che sia “presa in esame ogni possibilità per sanare questa gravissima ingiustizia, salvaguardando la libertà di scelta educativa per tutti e tutelando, in particolare, le famiglie che hanno al loro interno dolorose situazioni di difficoltà, come la presenza di un figlio disabile”.

Per rafforzare il concetto, le associazioni si avvalgono numeri e percentuali ufficiali. “In questi ultimi anni – scrivono – il numero di alunni con disabilità nella scuola italiana ha registrato un incremento del 24%, passando da 174.404 del 2007/2008 a 217.563 del 2015/2016 (Focus Miur, settembre 2015), rappresentando ad oggi circa il 2,6% sul totale degli alunni (1,3% nella scuola dell’infanzia, 3% nella scuola primaria, 3,7% nella scuola secondaria di I grado e 2% nella scuola secondaria di II grado)”.

Se nelle scuole statali si registra una percentuale di alunni con disabilità, sul totale degli iscritti, pari al 2,7%, in quelle paritarie la loro presenza si attesta comunque all’1,5%. E anche “con forte tendenza all’aumento”.

I dati pubblicati dal Miur, dicono che il rapporto docenti/alunni è maggiore, in media, di 1 a 2 e il personale è sempre più stabile, grazie anche a quanto già previsto nel decreto scuola “L’Istruzione riparte ” del 2013, voluto dall’allora ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che ha consentito l’immissione in ruolo in tre anni di 26.674 docenti in più rispetto alla dotazione organica del sostegno.

Con la legge 107 della “Buona Scuola”, poi, ne sono arrivati altri 6.446 in più. Il contingente di docenti di sostegno è passato da 88.441 unità del 2007/2008 a 119.496 del 2015/2016, con un incremento pari al 35%, si legge sempre nel comunicato (anche se quasi 30mila di questi docenti risultano su posti “in deroga” ndr).

 

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Le associazioni ricordano che nel 2009 lo Stato ha speso per i docenti di sostegno 3,4 miliardi di euro (Miur, “la scuola in cifre, 2011). Ipotizzando un semplice incremento percentuale a retribuzioni immutate, il costo dei docenti di sostegno nel 2015 è pari al 35% in più: 4,6 miliardi di euro.

Sempre analizzando quanto pubblicato dal Miur, nel decennio 2004/05-2014/15, sempre secondo le associazioni, è possibile rilevare come l’incremento percentuale di disabili nelle paritarie, sia stato del 63,1%: è un dato che diventa quasi clamoroso, se si pensa che nello stesso periodo si è assistito ad un decremento del 2,6% del numero totale di iscritti in queste ultime strutture. E di un aumento di disabili nelle statali nettamente inferiore.

“E’ evidente – scrivono Agesc, CdO Opere Educative, Fidae, Fism – che le famiglie apprezzano sempre di più la cura e l’attenzione che nelle scuole paritarie sono rivolte agli alunni con disabilità. Purtroppo occorre rilevare che, mentre nella scuola statale molto è stato fatto in questi anni su questo tema (pur permanendo ancora situazioni di carenza a vari livelli), nulla è stato previsto per le famiglie che decidono di iscrivere i propri figli con disabilità nelle paritarie”.

“L’onere per i docenti di sostegno degli alunni disabili che frequentano le paritarie è così, oggi, interamente a carico delle famiglie e delle scuole, con l’unica eccezione della scuola primaria. Sotto questo profilo l’attuale assetto del sistema scolastico italiano realizza una gravissima disparità di trattamento in base al tipo di scuola frequentata (statale o paritaria) dagli alunni disabili. Ci troviamo, in definitiva, di fronte alla palese negazione di un diritto fondamentale della persona universalmente riconosciuto”.

 

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