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Dispersione scolastica, Valditara: “Non ci possono essere due Italie. Presto Agenda Sud in 150 scuole”

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Oggi 26 maggio, a Bari, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha partecipato al convegno “La scuola, un cantiere sempre aperto sul futuro”.

Qui, ha scritto su Twitter, come riporta Ansa, il capo del dicastero di Viale Trastevere ha evidenziato la centralità dell’istruzione nel Mezzogiorno e ha sottolineato l’importanza dell’impegno contro la dispersione scolastica.

“Non chiuderemo le scuole”

“Nei prossimi giorni lancerò, in via sperimentale, ‘l’Agenda Sud’ in 150 scuole, con progetti che diano risposte al fenomeno della dispersione scolastica. Non possiamo accettare che su questo fronte ci siano due Italie. – Abbiamo il dovere di impegnarci con iniziative concrete perché tutta la scuola italiana possa garantire le stesse opportunità senza distinzioni”, ha detto, ribadendo ancora una volta le sue intenzioni.

“Il dimensionamento è una misura che ci è imposta dalla Commissione europea. Rispetto a quanto previsto dalla legge attuale, la Puglia guadagnerà dieci autonomie scolastiche”, ha detto il ministro, parlando proprio del caso pugliese. “Con il dimensionamento non chiuderemo le scuole – ha precisato – ma razionalizzeremo le reggenze. In Puglia – ha concluso – ci sono 51 reggenze, in tutta Italia sono 860. Noi vogliamo eliminare le reggenze in modo che ogni dirigente lavori su una scuola”.

I dati sulla dispersione scolastica in Italia

Ecco i dati sulla dispersione scolastica in Italia presentati qualche giorno fa dallo stesso Valditara: “La percentuale di popolazione in età tra i 18 e i 24 anni che ha al massimo ottenuto il titolo di secondaria di primo grado. Nel 1992 era al 37,5%, per attestarsi, nel 2021, al 12%, secondo l’Eurostat. Negli ultimi anni l’Italia ha conseguito dei risultati importanti nella lotta alla dispersione. Il traguardo posto dal Pnrr per il 2026 è la riduzione al 10,2% e al 9% per il 2030”.

“Nel 2021 l’Italia ha riportato un tasso di abbandono precoce migliore al 12% solo a Spagna e Romania. Analizzando i dati italiani si nota una forte disparità tra regioni e uno svantaggio molto accentuato nel Mezzogiorno. In Sicilia si arriva al 21%”.

“L’obiettivo del Pnrr è ridurre la percentuale di poco più di 2 punti evitando che circa 470mila giovani abbandonino la scuola prima del diploma. Il nostro Paese deve tenere sotto controllo anche la dispersione implicita. L’Italia dal 2019 si è dotata di un sistema di rilevazione della dispersione tramite l’anagrafe dello studente e le prove Invalsi. La lettura congiunta dei dati mostra che gli studenti che si trovano in condizioni di fragilità degli apprendimenti si attesta a oltre il 20%, cioè un giovane su cinque”.

“Povertà educativa: bimbi e giovani a causa di difficili condizioni economiche non hanno le stesse opportunità di apprendimento di loro coetanei. Non è inevitabile: la trasmissione dello svantaggio si può superare con un’offerta formativa personalizzata e di supporto globale alle famiglie. Nel G7 che si aprirà giovedì prossimo in Giappone il punto all’ordine del giorno è proprio questo. Personalizzare non significa che ogni studente diventa una monade e non si inserisce in un contesto ampio”.