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Divieto di smartphone, 20 anni di circolari ma è cambiato solo il lessico. Ancodis: bisognerebbe fidarsi di più dei docenti e della loro autonomia

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L’ultima circolare ministeriale sull’uso (anzi sul divieto) degli smartphone a scuola sta alimentando il dibattito di queste ore.
Sulla questione, interviene in queste ore anche l’Ancodis (Associazione nazionale collaboratori dei dirigenti scolastici).
Il presidente Rosolino Cicero ironizza ed evidenzia che dalla prima circolare del Ministro Fioroni ad oggi sono trascorsi 18 anni.
All’epoca si parlava di divieto del telefonino o del cellulare, mentre ora si parla di smartphone.
I toni delle disposizioni ministeriali non cambiano, si parla in ogni caso di vietare e sanzionare; semplicemente cambia per il lessico, cambia la semantica.

Alla prima circolare di Fioroni ne sono seguite altre tre, tutte firmate dal ministro Valditara.
L’Ancodis le richiama tutte, a partire da quella del 19/12/2022 con la quale il Ministro invitava i dirigenti scolastici a “promuovere, ove occorrano, le necessarie integrazioni dei Regolamenti delle rispettive istituzioni scolastiche e dei Patti di corresponsabilità educativa, volte a contrastare utilizzi impropri o non consentiti dei dispositivi suindicati”.
Con una nota del luglio 2024 Valditara disponeva poi il divieto totale di utilizzo dei cellulari nel primo ciclo, anche per finalità educative (con la possibilità di deroghe specifiche per gli alunni con PEI o PDP), finalizzato a tutelare lo sviluppo cognitivo e sociale degli alunni in una fase dello sviluppo certamente particolare. Anche in questo caso le scuole venivano invitate ad aggiornare i regolamenti interni, prevedendo sanzioni progressive per il mancato rispetto delle regole.

Con la circolare di pochi giorni fa il Ministro ribadisce le disposizioni già precedenti, e Ancodis si chiede: “Ma siamo proprio sicuri dell’efficacia del divieto tout court?” e risponde: “Concordiamo sicuramente con il Ministro che pone forte il tema pedagogico di ‘rafforzare le azioni finalizzate a educare all’uso responsabile e consapevole dello smartphone e degli altri strumenti digitali’”.
Ma, “se è così – aggiunge Rosolino Cicero – dobbiamo adoperarci tutti, nel pieno rispetto dell’autonomia didattica, per la ricerca di strategie pedagogiche che facciano prevalere il valore didattico dello strumento piuttosto che l’azione repressiva e sanzionatoria che resterebbe incompresa e certamente contrastata. Per esempio, proponiamo agli alunni periodiche esperienze condivise di smartphone free in un patto educativo scuola-alunni-genitori nel corso dell’anno scolastico”.

“Sull’uso degli smartphone negli ambienti di apprendimento – conclude Cicero – fidiamoci dell’autonomia didattica che si esprime attraverso le delibere degli organi collegiali, costruiamo un’azione sinergica con i genitori, confidiamo nei nostri piccoli o grandi alunni che devono comprendere non il senso del divieto perfino nelle attività didattiche ma il buon senso del loro opportuno utilizzo”.