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DL 24 crea disparità di trattamento, supplenti per i docenti non vaccinati ma non per gli ATA: protestano i sindacati scuola

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Si susseguono le prese di posizione contro il DL del 24 marzo in materia di misure anti-covid.
Secondo la neo-segretaria generale di CislScuola Ivana Barbacci si tratta di “un provvedimento che lascia perplessi, ambiguo e direi quasi impraticabile”.

Il problema maggiore – secondo Barbacci – consiste nel fatto che “ora le scuole devono riorganizzarsi nuovamente” mentre “il ministero dovrà chiarire molti passaggi applicativi anche in termini di utilizzo e trattamento del personale non vaccinato” in quanto “le soluzioni indicate rischiano di creare problemi e disparità di trattamento tra il personale che si è regolarmente sottoposto alla vaccinazione, in molti casi non a cuor leggero, e chi invece non lo ha fatto”.
C’è poi da considerare che per i lavoratori fragili non sono state prorogate le norme di tutela, pur in un contesto di contagi che non calano, anzi tendono ad aumentare.
“Inaccettabile infine – conclude la segretaria generale CISL Scuola – che i 14 milioni per pagare i supplenti del personale utilizzato in altri compiti siano sottratti alle risorse contrattuali destinate alla valorizzazione dei docenti: è indispensabile che in sede di conversione si ponga rimedio a quello che considero un grave errore, ci daremo da fare subito per ottenere un opportuno emendamento”.

Anche la Flc-Cgil “considera pesanti le ricadute delle misure introdotte dal decreto sulla scuola, in primo luogo perché introducono  discriminazioni all’interno del personale a partire dalle indicazioni relative alle sostituzioni, consentite nel caso del personale docente non vaccinato e non consentite invece per il personale Ata, che è chiamato, anche da non vaccinato, a svolgere attività di assistenza alla didattica nei laboratori, nelle palestre, nella scuola dell’infanzia, nelle mense e agli alunni con disabilità”