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Dl 36, Messa: “Le università sono pronte a formare gli insegnanti. Il problema è che sono scollegate tra loro”

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Il Decreto Legge 36 riguardante le procedure di reclutamento degli insegnanti del futuro dovrebbe diventare legge a breve. La scadenza per la sua conversione in legge è infatti fissata per domani, 29 giugno. Secondo il testo che recentemente è passato al vaglio del Senato, per essere immessi in ruolo come docenti occorre fare, ancora prima di accedere ad un concorso pubblico, un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale corrispondente a non meno di 60 crediti formativi universitari o accademici, denominati CFU/CFA.

A proposito di questo tema caldissimo si è espressa la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. Quest’ultima, ai microfoni dell’agenzia di stampa Dire nell’ambito della presentazione delle risorse del Pnrr assegnate dal Ministero che ha avuto luogo oggi a Roma nella sede dell’Associazione stampa estera, si è detta tranquilla sul futuro e sul cruciale ruolo che le Università dovranno assumere una volta che il Dl 36 diventi legge.

“Le università sono pronte perché già in passato hanno formato gli insegnanti, ma sono scollegate tra di loro, ha detto con sincerità la Ministra, che pensa già a come ovviare a questo problema. “Le aiuteremo a fare più sistema. Noi cercheremo di costruire dei veri e propri centri che si parlino tra di loro per dare un contenuto a questi 60 crediti che sia il più omogeneo possibile e fruibile da figure diverse, che hanno esperienze diverse”.

Come saranno strutturati i 60 CFU?

I 60 CFU/CFA dovranno essere così composti:

  • almeno 10 crediti di area pedagogica, necessari per la formazione iniziale,
  • non meno di 20 CFU/CFA per attività di tirocinio diretto e indiretto (NON RETRIBUITO),
  • da definirsi, il numero di crediti riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità.