
Un caso complesso e alquanto intricato. Una docente di una scuola media di Roma sarebbe stata aggredita da uno studente, lo scorso 7 gennaio, che sarebbe arrivato a romperle una spalla. La donna non è tornata in classe, e la scuola non avrebbe preso provvedimenti.
La ricostruzione dei fatti
Tutto è accaduto dopo che la professoressa ha sequestrato il cellulare dello studente, un 16enne, che lo stava usando per giocare. Lo studente è ucraino, profugo di guerra; suo padre è morto in battaglia e la sorella è gravemente malata. “Non potevo fare altro che sequestrare il telefonino, come prevede il regolamento interno, e consegnarlo alla dirigenza”.
Quella mattina non c’erano bidelli al piano per far portare via il cellulare. Lo studente ha così provato a riprenderlo sulla cattedra. “Di fronte alla mia contrarietà, e al fatto che mi fossi frapposta al suo tentativo allontanandolo, il ragazzo mi ha graffiato una mano fino a farla sanguinare, quindi mi ha urlato parolacce in ucraino e sbattuto contro il muro”.
La professoressa, in “infortunio Inail”, è in attesa di essere operata per la rottura della cuffia dei rotatori della spalla sinistra. “A mezzogiorno, quella mattina, sono scesa ad allertare il preside. La mia mano sanguinava ancora, ma il dirigente mi ha detto: ‘Lei ha chiamato il 112, la sua questione non mi riguarda più’. Certo che avevo telefonato al pronto intervento. Era passato un quarto d’ora, nessuno veniva a darmi una mano, quello studente stava minacciando e spaventando anche i suoi compagni. Peraltro, quando ha capito che ero al telefono con i Carabinieri, si è calmato”.
Al cambio d’ora il ragazzo ucraino era ancora in classe, l’insegnante di Scienze motorie non ha compreso cosa fosse accaduto, e temendo nuove violenze è andata a chiedere spiegazioni alla vicaria. La vicepreside ha commentato: “Pensavamo fosse solo un problema con l’insegnante di Matematica”.
La docente aggredita ha lasciato in lacrime la scuola, accompagnata dal marito al pronto soccorso, dove le è stato accertato un picco ipertensivo. Ha ottenuto i primi sette giorni di prognosi per la mano ferita, ma solo successivamente ha scoperto, dopo una risonanza magnetica, l’entità del danno alla spalla.
Lo studente è stato poi assegnato ad un’altra classe dove ha continuato ad accumulare ritardi, addormentarsi in classe, giocare al telefono. “La scuola non ha segnalato l’accaduto al Provveditorato agli studi”, ha detto l’insegnante aggredita, “non ha scritto alla Asl dell’area, né chiesto l’intervento dell’Avvocatura di Stato. Ho dovuto farlo io. Preside e vicaria mi hanno messo sotto accusa. Aver chiamato il 112 è diventata una colpa e la mia versione dei fatti, certificata da tutti gli alunni, è stata messa in discussione: ‘Il tendine della spalla potrebbe essersi rotto durante il tragitto in auto verso il pronto soccorso, è stata una loro ipotesi’”.
La difesa della madre del ragazzo
La docente ha fatto risalire questo astio a questioni pregresse. Dal canto suo la madre del ragazzo ha sostenuto che il figlio, in verità, stava navigando su Google Translate e che stava riponendo il cellulare, ma aveva bisogno di caricarlo ancora un po’.
La docente, che vuole chiedere il trasferimento, ha rincarato la dose: “Il ragazzo ucraino, che è un mio studente da un anno e mezzo e che ho provato a integrare in tutti i modi, ha forti problemi. Usa con frequenza un linguaggio offensivo, in ucraino, con i docenti e i compagni. Ho chiesto di sospenderlo affinché fosse accompagnato in un centro diurno del Comune di Roma per essere seguito su un piano linguistico e direi anche psicologico. Diversi genitori hanno chiesto un intervento della scuola, che si rifiuta di prendere in mano il problema”. Resta da vedere quale sarà la versione della scuola.
Cosa deve fare il docente colpito?
Quando subisce un’aggressione verbale o fisica, il docente deve sempre informare, con una lettera scritta, il proprio dirigente scolastico, il quale, come prevede l’articolo 2087 del Codice civile, è obbligato ad adottare le necessarie misure atte a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei dipendenti.
L’insegnante aggredito dovrebbe anche chiedere allo stesso preside di prendere provvedimenti per garantire le condizioni di sicurezza in ambito lavorativo previste dalla legge e scongiurare il ripetersi di ulteriori aggressioni in grado di provocare danni morali, fisici e/o biologici nei propri confronti.
Se sono stati riportati traumi o ferite, il lavoratore deve recarsi subito in pronto soccorso per le cure del caso e chiedere il rilascio del certificato medico attestante la diagnosi e le circostanze che hanno causato la richiesta di cure mediche presso la struttura ospedaliera: è bene ricordare anche la certificazione medica dovrà essere anche allegata alla successiva denuncia da presentare alla polizia giudiziaria o ai carabinieri.