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Docenti aggrediti dagli studenti, quanto serve il docente referente del bullismo in ogni scuola? Valditara ci crede, Gelmini apprezza e rilancia gli oratori

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“Condivido la scelta del ministro Giuseppe Valditara di istituire un responsabile del bullismo negli istituti scolastici e sull’intervenire anche sul fronte insegnanti: i casi di bullismo riguardano i ragazzi, ma anche i cattivi voti e atteggiamenti irrispettosi. Bisogna ripristinare una alleanza educativa tra la scuola e la famiglia” perché da tempo ormai questa alleanza “si è interrotta”. A dirlo, mercoledì 28 maggio, è stata l’ex ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini, oggi capodelegazione di Noi Moderati al Senato.

Intervenendo alla Maratona Bullismo a Palazzo dell’Informazione dell’Adnkronos a Roma, l’ex numero uno dell’Istruzione ha detto che sono diventati troppi “i casi che di fronte a un brutto voto anziché affermare il rispetto dell’autorità si demolisce la persona, così non si fa l’interesse del proprio figlio. Abbiamo bisogno di insegnanti che siano rispettati, di genitori e insegnanti che stiano sulla stessa barricata. Oggi vedo tanti ricorsi davanti al Tar”.

Gelmini ha aggiunto che per combattere il bullismo crescente, anche a scuola, “dobbiamo trovare anche luoghi di aggregazione dove si possa giocare e fare sport in presenza. Anche supportare gli oratori, soprattutto nelle periferie, è un modo per aiutare i ragazzi”.

La senatrice ha aggiunto che “molte famiglie non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, non hanno risorse per pagare attività integrative oltre a quelle della scuola: allora creiamo da Nord a Sud le condizioni per potere giocare e stare in compagnia degli amici. Sono sostenitrice della rete degli oratori. Non possiamo delegare solo alla scuola”, ha puntualizzato l’ex forzista.

Secondo Gelmini, dunque, è arrivato il momento di “spoliticizzare il tema del bullismo: la scuola se ne occupa da tanti anni, ma non può essere solo la scuola a contrastare il bullismo. Per questi motivi – ha concluso la senatrice – è importante l’apporto del terzo settore, dell’associazionismo, dello sport. Non bisogna scaricare tutto sulla scuola”.

Le norme approvate nell’ultimo decennio

A ben vedere, quella di prevenire e combattere il bullismo e cyberbullismo attraverso un docente referente è una proposta datata quasi dieci anni: nel 2016, infatti, la Camera approvò un testo che prevedeva di richiedere la rimozione di contenuti oggetto di persecuzione online sia al minore sia al suo genitore.

Il Garante per la Privacy avrebbe verificato l’intervento del gestore del sito e, se questi non avrebbe adottato le misure entro 48 ore dalla richiesta, sarebbe intervenuti.

Con qualche modifica, l’anno dopo il testo fu approvato con la Legge 71/2017: anche con l’ausilio del decreto legislativo del Consiglio dei Ministri, ogni scuola si sarebbe dovuta impegnare a implementare un protocollo per la gestione e prevenzione dei comportamenti devianti assunti dagli studenti.

All’inizio del corrente mese di maggio, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto legislativo sulle “Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo“, in attuazione della delega di cui all’articolo 3 della legge n.70 del 2024.

Il decreto prevede modalità da attuare in fase di prevenzione, educazione e tutela dei minorenni, con l’istituzione di un numero di emergenza per l’infanzia, l’aggiornamento delle linee guida ministeriali per la prevenzione e il contrasto del bullismo, e la creazione di un codice interno in ogni scuola, dove si conferma la presenza del docente referente.


“Con questo provvedimento – ha commentato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara – si aggiunge un nuovo, importante tassello nell’azione del Governo per la promozione della cultura del rispetto e per combattere il bullismo in ogni sua forma. Mettiamo in guardia i nostri ragazzi sui rischi dell’uso della rete e mettiamo in guardia anche le famiglie per la responsabilità che può conseguire da comportamenti violenti tenuti dai propri figli sui social a danno di altri giovani. Sviluppiamo inoltre attività importanti di prevenzione e di aiuto alle vittime, che possono contare su un numero verde dedicato”.