
“L’incontro di oggi con le organizzazioni sindacali del comparto Istruzione e Ricerca si è svolto in un clima costruttivo: abbiamo presentato una proposta economica concentrata sugli incrementi stipendiali e delle indennità fisse concretamente al personale della scuola. Gli aumenti stipendiali previsti vanno da 82 a 186 euro mensili per il personale amministrativo e da 105 a 177 euro mensili per i docenti. Sono state inoltre rideterminate le indennità fisse, che per i docenti passano da 204 a 320 euro mensili, mentre per il personale amministrativo variano tra 88 e 109 euro mensili. Per i Direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga) l’indennità di direzione è stata fissata a 2.972 euro annui”. Lo ha detto oggi il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, al termine del confronto con i sindacati sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale 2022-2024.
Il presidente dell’Aran ha chiesto espressamente alle organizzazioni sindacali di sottoscrivere il testo entro le prossime settimane. “Abbiamo evidenziato che se il contratto sarà sottoscritto entro il 2025, gli arretrati medi ammonteranno a circa 1.450 euro, mentre l’una tantum sarà pari a 142 euro medi”.
Sui dati vanno fatte, comunque, alcune considerazioni: va prima di tutto specificato che si tratta di importi lordi e che quindi le cifre effettive, nette, che percepiranno i lavoratori della scuola saranno praticamente dimezzate; in secondo luogo, va ricordato che almeno un terzo degli aumenti proposti dall’Aran sono in realtà già presenti in busta paga, grazie all’applicazione dell’indennità di vacanza contrattuale.
Va anche detto che la proposta economica al momento riguarda solo il personale scolastico: per gli aumenti e gli arretrati degli altri settori – Ricerca, Università e Afam – se ne riparlerà durante la prossima riunione fissata per il 31 ottobre.
In quell’occasione, ha aggiunto Naddeo, “porteremo anche il quadro delle risorse disponibili per il Ccnl 2025-2027. Il nostro obiettivo – conclude Naddeo – è chiudere la trattativa entro l’anno, per poi aprire la nuova tornata contrattuale 2025-2027, considerato che il ministro per la Pubblica amministrazione Zangrillo ha già predisposto l’atto di indirizzo quadro per il nuovo triennio contrattuale”.
Ora la “palla” ai sindacati
Questa è la proposta. Adesso, la “palla” passa ai sindacati rappresentativi: quale risposta daranno? È difficile prevederlo sui due piedi. È assai probabile che non tutti i sindacati reputeranno valida la proposta: molto critica, nelle scorse settimane, è stata ad esempio la Flc-Cgil.
A fare la differenza potrebbe essere, allora, la scelta che faranno i sindacati con meno rappresentatività: quindi, il parere della Gilda degli insegnanti o dell’Anief potrebbe essere decisivo nell’accogliere o meno la proposta formulata dall’Aran. Di sicuro, già dal tenore dei comunicati stampa sindacali che arriveranno nelle prossime ore ne sapremo qualcosa di più.
Quando arriveranno gli aumenti?
Ammesso che si arrivi alla sottoscrizione del contratto di lavoro, diversi dubbi su pongono anche su quando percepiranno i lavoratori, in busta paga, gli eventuali aumenti concordati a fine 2025: benché siano già disponibili, molto difficilmente docenti e personale Ata potranno vedersi accreditate le somme pattuite entro la fine di questo anno solare.
C’è però il precedente dell’autunno del 2022, quando in pochissimi giorni il ministro Giuseppe Valditara sbloccò la trattativa e si impegnò (riuscendoci) a fare pervenire incrementi stipendiali e arretrati già prima di Natale.




