Home I lettori ci scrivono Dopo il 10 febbraio, giorno del ricordo: gli insegnanti non sono preparati...

Dopo il 10 febbraio, giorno del ricordo: gli insegnanti non sono preparati sull’argomento, perché non l’hanno studiato a loro volta

CONDIVIDI

Non solo sui testi scolastici c’è pochissimo sul dramma dell’esodo del Confine Orientale, e nulla riguardo ai gravi delitti compiuti precedentemente dal regime fascista in area slovena e nei territori limitrofi. E questo pressoché in tutti i testi, ne ho utilizzati parecchi negli anni.

Gli stessi insegnanti non sono preparati sull’argomento, perché ovviamente non l’hanno studiato a loro volta.
I pochissimi docenti- io sono una di quelli- che si avventurano in questa trattazione si trovano in difficoltà. Devono inserire l’argomento, già complesso, nei programmi di storia di quarta e quinta classe, già fittissimi. Ammesso che si arrivi a trattare la seconda guerra mondiale, cosa che si riesce a malapena a fine anno. E qui dovremmo parlare di ristrutturare i programmi.

Nessun altro collega, che mi ricordi, è stato mai interessato a realizzare un progetto comune e condiviso. Le associazioni degli esuli istriano dalmati e giuliani che ho contattato a suo tempo, non mi hanno mai risposto. Vengono promossi bei seminari e corsi per le scuole, certo: ma un concreto appoggio, gli insegnanti che trattano il tema del Confine Orientale, dovrebbero averlo. Anche un riconoscimento. Questo l’ho fatto presente alle associazioni: aiutate i docenti nel loro lavoro concreto, nelle scuole. Accompagnateli quanto potete.
Il loro lavoro andrebbe evidenziato o almeno fatto conoscere non dico al grande pubblico, ma, almeno, in una riunione docenti o un consiglio di classe. Una presentazione in biblioteca. Un articolo sul giornale scolastico. Non si pretende molto. Ricordiamo: stiamo facendo un lavoro di ricerca e divulgazione storica.
Non si può chiedere troppo al singolo. Non sempre è possibile prendere giorni per visitare le foibe. Se in questa scuola non ci diamo tutti una mano, anche con le agenzie educative presenti sul territorio, non si va da nessuna parte. E la storia, non si conoscerà mai.

Simonetta Lucchi