Home Attualità Ecco il ritratto del bravo insegnante: parola di genitore

Ecco il ritratto del bravo insegnante: parola di genitore

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Insegnanti e genitori, due mondi che s’intersecano, che hanno punti di contatto, ma che, specie negli ultimi anni, non riescono a dialogare facilmente.

Da un lato loro, gli insegnanti, sottopagati, frustrati e che spesso, anche a causa di questi problemi, perdono di vista il loro obiettivo finale: educare.

Dall’altro lato i genitori, sindacalisti dei propri figli, difensori a spada tratta di studenti che in quest’epoca mancano di veri punti di riferimento, pronti ad additare i docenti se valutano con insufficienze i loro figli.
Certo, non tutti i genitori sono così, fortunatamente.

Ma andando oltre le polemiche, il genitore oggi vorrebbe un certo prototipo di insegnante, che è molto diverso da quello del passato.

A tal proposito, dalle pagine de L’Eco di Bergamo, Rosario Caiazzo, traccia una sorta di ritratto dell’insegnante, ovvero una lista di qualità che un genitore chiede ai docenti oggi.

Prima di tutto, per Caiazzo, il docente deve “saper spiegare bene e con autorevolezza, motivare all’ascolto e allo studio, convincere anche i più distratti a seguire le lezioni ed impegnarsi, coinvolgere e gratificare”.

Inoltre, “deve saper gestire la classe, far rispettare le regole evitando caos e confusione. Deve, contiua Caiazzo, creare un clima sereno e saper ascoltare i propri studenti, aiutarli a crescere, sviluppare le loro qualità e talenti”.

A queste qualità, bisogna anche aggiungerne altre: “deve saperli consigliare e capire quando hanno un problema diventando un punto di riferimento anche per la famiglia; deve sapersi relazionare con colleghi e genitori”.

Su l’Eco di Bergamo, Caiazzo fa delle considerazioni importanti sui docenti, enumerando una lista di capacità che, in realtà, sono molto diffuse, ma allo stesso tempo riconosce il fatto che “quella del prof è una missione difficile e delicata e se davvero si vuole una scuola di qualità bisogna attrarre economicamente e socialmente i più capaci e formarli con la stessa passione con la quale poi questi devono entrare in classe. E bisogna avere anche il coraggio di consigliare a chi non è portato di puntare su un altro mestiere”.

 

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