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Elezioni, Di Maio: col piano Cottarelli recupereremo 50 miliardi. Nel progetto tagli di scuole e al sostegno?

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Dal Movimento 5 Stelle cominciano a trapelare le intenzioni su come gestire il Paese, qualora entrasse nel Governo a seguito delle elezioni politiche in programma ad inizio marzo: i “grillini”, in particolare, si soffermano su come andranno a finanziare lo stato sociale, finalizzato, tra le altre cose, ad introdurre il reddito di cittadinanza, ridurre la tassazione e a riportare la pensione di vecchiaia a 65 anni.

Il candidato premier del M5S: ecco la nostra spending review

Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 Stelle, lo spiega il 5 gennaio, con una doppia intervista: prima a Qn dice che per il fisco “abbiamo in cantiere una drastica riduzione delle tasse, se necessario anche a deficit. Per le famiglie la riforma dell’Irpef” ma “non abbiamo in mente nessuna patrimoniale”; per l’occupazione dei giovani, invece, il M5S ha programmato “due interventi: il rilancio degli investimenti nei settori più innovativi e l’abbassamento dell’età pensionabile, in modo da lasciare spazio ai nuovi lavoratori”.

Poi, Di Maio assicura che non ci saranno incrementi del debito pubblico: “al contrario”, “stiamo lavorando a un piano per abbattere il rapporto debito/Pil di 40 punti percentuali nel corso di due legislature, attraverso un mix intelligente di crescita e spending review“.

In una lettera inviata alla Stampa, lo stesso attuale vice presidente della Camera si sofferma su come reperire fondi. Si punterà forte, spiega, sulla spending review: “Contiamo di recuperare 50 miliardi tagliando sprechi, privilegi e spese clientelari. Il piano Cottarelli è per noi un’ottima base di partenza”.

Il piano dell’esperto del Fmi prevedeva però anche tagli alla scuola

E qui sta il punto. Perché se è vero che lo stesso Di Maio in passato ha più volte detto che con il M5S al Governo la Legge 107 del 2015 verrebbe cancellata, ora il suo riferimento all’esperto del Fmi chiamato dal premier Letta per elaborare un piano di riduzione della spesa pubblica merita un approfondimento.

A fine 2013, infatti, il piano Cottarelli prevedeva anche tagli alla scuola: in particolare, un ulteriore dimensionamento delle scuole e dell’edilizia scolastica, una “stretta” sugli inidonei e, soprattutto la riduzione di spesa per il sostegno agli alunni disabili. Solo per il personale, a Cottarelli non sfuggì, evidentemente, che lo Stato spendeva annualmente circa 4 miliardi di euro. Una cifra che con l’attuazione del piano straordinario di assunzioni della Buona Scuola è cresciuta ulteriormente, attestandosi tra i 5 e i 6 miliardi di euro annui, visto che i docenti sono passati da 100mila ad oltre 140mila.

Ora, dire che quel progetto va bene potrebbe significare l’avallo anche di questi tagli: Di Maio farebbe bene ad esplicitare quali sono le parti del progetto Cottarelli che intenderebbe adottare. Alle elezioni politiche mancano poche settimane.