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Esami di Stato 2020 in presenza, madre medico di una candidata scrive ai Presidenti degli Ordini dei medici

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Egr. Presidenti Ordine Medici delle Province Venete
Egr. Presidenti FNOMCeO,
come da precedenti accordi telefonici intercorsi Le invio email, che ho già inoltrato alla Fnomceo, riguardo il documento del CTs inerente le Ordinanze del Ministro Azzolina per l’espletamento degli esami di maturità in presenza.
Mi chiamo Maria Francesca Ormanni, medico e mamma di una ragazza che deve sostenere l’esame di maturità tra un mese.
Iscritta all’Ordine dei Medici di Padova e provincia.
Mi permetta aggiornare l’ultimo mio scritto poiché nel frattempo sono state pubblicate le Ordinanze del Ministro Azzolina (O.M. n. 9 del 16 maggio 2020 – O.M. n. 10 del 16 maggio 2020 – O.M. n. 11 del 16 maggio 2020) inerenti l’esame di maturità 2020.
Porto quindi alla Sua attenzione in particolare: “Il documento del CTs”, che credo abbia già avuto modo di visionare.
In particolare Le chiedo il Suo autorevole parere su alcuni passaggi di tale documento:
-Paragrafo Considerazioni di carattere generale:
Dove si cita il Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misura di contagio da SARS- CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione viene riferito che “dall’analisi del livello di rischio connesso al settore scolastico, si evidenzia un livello attribuito di rischio integrato medio- basso ed un rischio di aggregazione medio-alto”.
Le chiedo: è possibile accettare di esporre più di 1 milione di persone del mondo della scuola ad un rischio definito medio-basso e medio-alto, laddove, trattandosi di una prova di esame imposta per obbligo in presenza, tale rischio dovrebbe essere uguale a ZERO?
Come mai le diposizioni in tema di organizzazione, prevenzione e protezione, che poi analizzeremo più avanti nel dettaglio, non sono così stringenti quanto quelle adottate nelle aziende, pur dichiarando nello stesso paragrafo: “l’esigenza imminente di espletamento dell’esame di stato, (…) necessita la predisposizione di indicazioni per un corretto e sereno svolgimento, in sicurezza, delle procedure”?
Ne deriva che il termine sicurezza risulterebbe in tal caso usato in modo improprio poiché sicuro è sinonimo di certezza di non poter contrarre il Covid-19, e da tale sicurezza deriva la serenità nello svolgimento della prova di esame, serenità che risulta già in parte inficiata dalla probabilità di potersi infettare, sulla base del rischio calcolato proprio dall’Inail. Ricorre l’obbligo di ricordare che la Scuola è parametrata dalla stessa Inail a luogo di lavoro.
-Paragrafo Misure di sistema
“Tra le misure di sistema è necessario valutare l’eventuale impatto degli spostamenti correlati all’effettuazione dell’esame di stato sulla motilità. Pertanto tra le azioni di sistema si invita all’organizzazione di un calendario di convocazione scaglionato dei candidati, suggerendo, altresì qualora possibile, l’utilizzo del mezzo proprio”.
Per coloro che non potranno usufruire di un mezzo proprio, per cui dovranno far uso necessariamente dei mezzi pubblici obbligati a trasportare un numero ristretto di persone mentre non sono aumentate di converso né il numero delle corse né gli automezzi pubblici, si prospetta una difficile gestione del problema che non permetterà di avere la sicurezza di giungere nelle sedi di esame all’orario prestabilito determinando ovvie e gravi ripercussioni sull’andamento delle prove stesse che dovrebbero avvenire secondo il presente documento, decritto nel paragrafo Misure organizzative, con: “ La convocazione dei candidati, secondo un calendario e una scansione oraria predefinita, è uno strumento organizzativo utile al fine della sostenibilità e della prevenzione di assembramenti di persone in attesa fuori dei locali scolastici, consentendo la presenza per il tempo minimo necessario come specificamente indicato di seguito”.
-Paragrafo Misure organizzative, di prevenzione e di protezione
Misure di pulizia e di igienizzazione
“In via preliminare il Dirigente scolastico assicurerà una pulizia approfondita, ad opera dei collaboratori scolastici, dei locali destinati all’effettuazione dell’esame di stato, ivi compresi androne, corridoi, bagni, uffici di segreteria e ogni altro ambiente che si prevede di utilizzare.
La pulizia approfondita con detergente neutro di superfici in locali generali (vale a dire per i locali che non sono stati frequentati da un caso sospetto o confermato di COVID-19) è una misura sufficiente nel contesto scolastico, e non sono richieste ulteriori procedure di disinfezione; nella pulizia approfondita si dovrà porre particolare attenzione alle superfici più toccate quali maniglie e barre delle porte, delle finestre, sedie e braccioli, tavoli/banchi/cattedre, interruttori della luce, corrimano, rubinetti dell’acqua, pulsanti dell’ascensore, distributori automatici di cibi e bevande, ecc.
Alle quotidiane operazioni di pulizia dovranno altresì essere assicurate dai collaboratori scolastici, al termine di ogni sessione di esame (mattutina/pomeridiana), misure specifiche di pulizia delle superfici e degli arredi/materiali scolastici utilizzati nell’espletamento della prova”.
Corre l’obbligo di ricordare che il virus viene emesso anche attraverso le deiezioni e che ad oggi non se ne conosce ancora il potere infettante. Da questo dato ne dovrebbe scaturire che ogni volta che qualche candidato o professore va al bagno lo stesso ambiente deve essere obbligatoriamente igienizzato e non certo con i comuni detergenti in carico all’Istituto scolastico oppure andrebbe chiuso se l’igienizzazione non potesse avvenire nei modi e tempi prestabiliti dai protocolli scientifici prescritti.
Non è un caso che chi è in quarantena obbligatoria nella propria abitazione non può fare uso promiscuo del bagno con altri familiari.
Le domande: I bagni delle scuole potrebbero essere usati da soggetti potenzialmente Covid-19 positivi, asintomatici. Tutti coloro che hanno espletato l’esame di maturità ben sanno che la tensione porta ad un maggiore uso di tale ambiente. Cosa si fa allora? Che protocollo di prevenzione è stato adottato?
-Misure organizzative
“All’ingresso della scuola non è necessaria la rilevazione della temperatura corporea”.
Sia i componenti della Commissione sia i candidati con eventuali accompagnatori all’atto della presentazione a scuola: “dovranno produrre un’autodichiarazione (in allegato 1) attestante:
– l’assenza di sintomatologia respiratoria o di febbre superiore a 37.5°C nel giorno di
espletamento dell’esame e nei tre giorni precedenti;
– di non essere stato in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni;
– di non essere stato a contatto con persone positive, per quanto di loro conoscenza, negli
ultimi 14 giorni”.
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Le domande: perché non misurare la temperatura corporea anche fuori scuola come accade oramai all’ingresso di quasi tutte le attività commerciali?
Perché delegare al singolo l’autocertificazione del proprio stato di salute inerente la eventuale sintomatologia respiratoria e i valori della temperatura corporea fissati a 37,5, quando tutti sanno o dovrebbero sapere ormai, ma ancor più il CTs, che nella maggior parte degli individui tale virus decorre in modo asintomatico o lievemente asintomatico?
Gli asintomatici sono vettori inconsapevoli di contagio per cui questa autocertificazione, non serve certo a salvaguardare la salute di tutti gli “attori” di quei giorni di esami.
L’art. 49 del DPR 445/2000 vieta l’autocertificazione del proprio stato di salute, e non mi sembra che sia stato sospeso o abrogato da tale Ordinanza ministeriale.
-Organizzazione dei locali scolastici e misure di prevenzione per lo svolgimento dell’esame
“I componenti della commissione dovranno indossare per l’intera permanenza nei locali scolastici mascherina chirurgica che verrà fornita dal Dirigente Scolastico che ne assicurerà il ricambio dopo ogni sessione di esame (mattutina /pomeridiana).
Il candidato e l’eventuale accompagnatore dovranno indossare per l’intera permanenza nei locali scolastici una mascherina chirurgica o di comunità di propria dotazione; si definiscono mascherine di comunità “mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso”. (…)
“Solo nel corso del colloquio il candidato potrà abbassare la mascherina assicurando però, per tutto il periodo dell’esame orale, la distanza di sicurezza di almeno 2 metri dalla commissione d’esame”.
Le domande: le cosiddette mascherine di comunità, ben descritte nel testo, che sappiamo non hanno alcuna capacità certificata di contenere il propagarsi del virus, possono essere adottate da circa cinquecentomila ragazzi, facendo passare il messaggio, sottoscritto dal CTs, che rappresentino dei validi presidi di difesa dal contagio? Mentre i docenti e non, sono obbligati all’uso di quelle chirurgiche.
Tutto ciò scritto e pubblicato in una Ordinanza Ministeriale. Un paradosso dalle possibili gravissime conseguenze non solo per i ragazzi ed accompagnatori, ma anche per le famiglie che aspettano a casa i figli di ritorno dall’esame di maturità.
Perché consentire ai candidati di togliersi la mascherina in un locale chiuso giacché vige l’obbligo di indossarle anche nei luoghi aperti?
“I locali scolastici destinati allo svolgimento dell’esame di stato dovranno prevedere un ambiente dedicato all’accoglienza e isolamento di eventuali soggetti (candidati, componenti della commissione, altro personale scolastico) che dovessero manifestare una sintomatologia respiratoria e febbre. In tale evenienza il soggetto verrà immediatamente condotto nel predetto locale in attesa dell’arrivo dell’assistenza necessaria attivata secondo le indicazioni dell’autorità sanitaria locale. Verrà altresì dotato immediatamente di mascherina chirurgica qualora dotato di mascherina di comunità”.
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Quindi solo dopo che qualcuno dovesse evidenziare dei sintomi che potrebbero essere patognomonici per Covid-19, verrebbe dotato di mascherina chirurgica qualora fino a quel momento avesse indossato una di quelle “auto-prodotte”.
La domanda: potrebbe questo sfortunato sintomatico verosimilmente aver già contagiato qualcuno giacché tali mascherine “di comunità” non offrono alcuna garanzia di presidio medico?
Credo che il nostro ruolo di Medico ci obblighi ad occuparci di queste criticità seppur esista già un comitato scientifico.
La responsabilità, ritengo, sia soprattutto nostra, dei medici, che non solo hanno le competenze ma certamente hanno l’obbligo morale ed etico di sollevare una questione di prevenzione non solo per il mondo della scuola che si ritroverà in quei giorni, ma anche per il resto della popolazione, per i nostri colleghi, che non solo hanno combattuto in prima linea, molti troppi dei quali sono morti, per arrivare ai risultati che abbiamo ottenuto oggi, ma che potrebbero trovarsi dopo 15 gg da questi esami a fare i conti con un numero di casi che è difficile ipotizzare ad oggi.
L’Ordine dei Medici di cui Lei è Presidente ha la possibilità, il potere, ma anche il dovere di far sentire la sua voce in modo netto, chiaro e soprattutto pubblico perché ne ha le competenze, perché i medici hanno fatto il giuramento di Ippocrate, ed aggiungerei per senso civico, libero da ogni condizionamento politico, che ci impone di prendere una posizione riguardo le misure contenitive adottate in questo documento.
Concludo riportando ciò che avevo già espresso nelle mie precedenti comunicazioni:
La domanda da porsi è: che vantaggi porterà l’esame “in presenza” in più rispetto a quello a distanza se teniamo nella giusta prospettiva l’analisi di quanto poc’anzi esposto? Che differenza c’è, anche dal punto di vista legale, tra gli esami di terza media gli esami universitari, le sedute di Laurea che si svolgono da mesi via web e l’esame di maturità? Vorrei ricordare che da fine febbraio ad oggi la Didattica A Distanza è stata la modalità con la quale alunni e docenti si sono interfacciati, producendo atti formali come le verifiche orali e scritte, quindi perché sminuire tutto l’impegno profuso fino ad ora dando valore all’esame di maturità solo se svolto “in presenza”?
Se uno dei principi cardine della nostra Costituzione è il diritto alla salute di tutti i cittadini, in assenza di certezze assolute circa possibili pericoli di contagio, ritengo debba prevalere il sacrosanto principio della prudenza.
Restando in attesa di gentile riscontro, porgo Distinti saluti
Dott.ssa Maria Francesca Ormanni.