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Espulsa dalle leggi razziali, a 86 anni ritorna in quella che fu la sua scuola

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Ottantasei anni fa fu espulsa dalla scuola elementare a Roma perché ebrea e dunque in ottemperanza alle leggi razziali varate dal fascismo. Oggi, Virginia Della Seta, così si chiamava quella bambina, è ritornata nello stesso edificio in zona Sant’Angelo, dove è stata scoperta una lapide che ricorda la sua vicenda e quella analoga di tanti altri scolari ebrei

Accompagnata dal figlio, è stata accolta con calore e con un grande simbolico abbraccio delle alunne di quarta e quinta della Primaria, mentre veniva eseguito l’Inno di Mameli.

Nata nel 1929, racconta l’Agi, quando frequentava la terza elementare, durante l’anno scolastico 1937-38, Virginia, a seguito delle leggi razziali, dovette abbandonare quella scuola perché ebrea e passare  alla Umberto I, dove era stata istituita una classe per bambini d’altra “razza”, ma con lezioni al pomeriggio per non incrociare gli altri scolari

Nell’ottobre 1943, col rastrellamento del ghetto di Roma, tutti i suoi parenti vennero deportati dapprima nel campo di concentramento di Fossoli (Modena) e poi ad Auschwitz, da dove non tornarono più. La targa affissa oggi a una parete interna alla scuola è una iniziativa dell’ADIMS, l’Associazione docenti italiani per la memoria nelle scuole ed è in ricordo di tutti egli alunni espulsi nel 1938 a causa delle leggi razziali. 

Per trovare la donna, dice all’AGI la presidente dell’ADIMS, è stata necessaria una meticolosa ricerca attraverso gli archivi della scuola Regina Margherita dove sono stati trovati gli archivi di tre scuole: Mameli, Trento e Trieste, che fanno parte del complesso dove si trovava Virginia, e dunque anche i registri della sezione ebraica della scuola di via Sant’Ambrogio nell’ex Ghetto ebraico, confermati pure dagli archivi della Comunità ebraica di Roma.

Importante l’apposizione e lo scoprimento della targa che è un messaggio forte rivolto ai ragazzi, viene sottolineato dall’ ADIMS, affinchè sappiano “cosa è allora successo”, mentre “Guardando la targa i ragazzi possono sapere subito cosa è accaduto. È importante coinvolgere i giovani, perché saranno poi loro a tenere viva la memoria di quanto è successo”. 

Ma non solo, la preside, scrive l’Agi, ha parlato di “giornata emozionante nata con il duplice scopo di riportare in qualche modo in vita quei bambini ebrei”, mentre la rappresentanza della Comunità ebraica di Roma ha espresso “apprezzamento per questa scuola e per le altre che vogliono interrogarsi su cosa significhi il ricordo, al di là della retorica, capire quella ferita profonda e ricordarci sempre dell’articolo 3 della Costituzione italiana, del principio dell’uguaglianza”.