
Non solo per indici macroeconomici, spesa pubblica, spread e via discorrendo. L’istruzione e gli effetti diretti delle riforme sull’apprendimento conferiscono all’Europa risultati contrastanti tra macroregioni: in molte di queste le discipline di base vengono correttamente impartite e i concetti appresi, in altri si fatica a raggiungere gli obiettivi minimi previsti. Il PIRLS, test somministrato nello scorsa edizione 2021, ha il fine di valutare le competenze e conoscenze dell’alunno in materia di lettura, scrittura, comprensione del testo e calcolo logico-matematico attraverso oculati esercizi. Per quanto alcuni dei paesi con PIL procapite più elevato non fossero in linea con le aspettative, i risultati del test seguono fedelmente la ricchezza delle regioni interessate, sottolineando una doppia se non tripla velocità in materia di somministrazione della didattica nel Vecchio Continente.
Le caratteristiche
Il PIRLS (Progress in International Reading Literacy Study) è un’indagine internazionale quinquennale promossa dall’IEA per valutare le competenze di lettura degli alunni di quarta primaria (età media circa 9–10 anni). Utilizza un campionamento stratificato in due stadi: prima le scuole (scelte in base alla dimensione e distribuzione geografica), poi le classi al loro interno. Ogni Paese coinvolge circa 150 scuole e almeno 4 000 studenti. Il test comprende due testi – uno narrativo e uno informativo – con domande a risposta multipla e aperta, assegnate tramite matrix sampling (ogni alunno affronta solo una parte del test completo). Oltre alla prova, sono previsti questionari per studenti, insegnanti, dirigenti e genitori, per raccogliere dati su contesto familiare, scolastico e atteggiamenti verso la lettura. Dal 2021, molti Paesi hanno adottato il digitalPIRLS, una versione informatizzata che include la valutazione della lettura digitale (ePIRLS). L’indagine segue standard rigorosi per garantire comparabilità internazionale, con controlli su traduzioni, partecipazione e procedure di somministrazione.
I risultati
Nel PIRLS 2021 è emersa chiaramente l’esistenza di diverse velocità all’interno dell’Europa in termini di competenze di lettura alla fine della scuola primaria. Mentre alcuni Paesi – come Inghilterra (558 punti), Finlandia, Polonia e Svezia (tutte intorno ai 549 punti) – si collocano ai vertici della classifica internazionale, altri mostrano risultati significativamente inferiori, come il Belgio francofono (494), Cipro (511), Malta e Francia (entrambe intorno ai 514–515 punti), ben al di sotto della media europea (527). Questo divario riflette non solo differenze nei sistemi scolastici, ma anche nel supporto familiare, nelle pratiche didattiche e nelle condizioni socio-economiche. Ad esempio, nei Paesi nordici e in Inghilterra si riscontrano politiche educative più strutturate per la lettura precoce e un maggiore investimento nella formazione degli insegnanti, mentre in altre realtà permangono squilibri legati a contesti svantaggiati e minori risorse scolastiche. Inoltre, quasi tutti i Paesi hanno registrato un calo rispetto al 2016, ma con intensità variabili: la Francia è rimasta stabile, mentre in Paesi ad alte prestazioni come Polonia e Finlandia il calo è stato più marcato, pur mantenendo livelli elevati. In sintesi, l’Europa non si muove in modo uniforme: il quadro del PIRLS 2021 evidenzia un continente diviso tra sistemi altamente performanti e altri che faticano a garantire competenze di base solide a tutti gli alunni.