Home Archivio storico 1998-2013 Riforme Federalismo scolastico, le Regioni chiedono di partire entro un anno

Federalismo scolastico, le Regioni chiedono di partire entro un anno

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Ha appena terminato l’ultima curva prima di tagliare il traguardo l’attesa attuazione del Titolo V della Costituzione, tra cui cardini è presente il federalismo scolastico: la commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni ha dato il via libera all’accordo fra Governo, Regioni e Province Autonome su ‘finalità, tempi e modalità di attuazione’ proprio nella parte concernente l’istruzione.
Il testo, che passa ora al vaglio della Conferenza delle Regioni (il cui esito è praticamente scontato) e della Stato-Regioni (ultimo vero scoglio) e che dovrà essere attuato entro il 30 giugno 2013, prevede il trasferimento alle Regioni delle funzioni amministrative fissando tempi e modalità per trasferire dallo Stato centrale le risorse finanziarie, umane e strumentali. Dando così modo alle Regioni stesse di governare l’intero processo legato all’istruzione, inclusa, per il momento solo in prospettiva, la gestione del personale. Secondo Stella Targetti, vicepresidente della regione Toscana, “non è esagerato dire che stiamo cambiando la scuola” perché siamo di fronte ad un “accordo fondamentale”.
Targetti, che è anche coordinatrice degli assessori regionali all’Istruzione, ritiene l’ok al testo fondamentale per sbloccare una situazione che si trascinava da tempo, soprattutto a seguito dei ricorsi avviati a livello locale e nazionale per definire, in particolare, la potestà e l’organizzazione della futura istruzione professionale: “ci lasciamo finalmente alle spalle – ha sottolineato la Targetti – una stagione, quella dei ricorsi e dei controricorsi fra Stato e Regioni, che ha fatto solo il male della scuola moltiplicando incertezze e rivendicazioni in una inutile divaricazione dei livelli decisionali: completiamo il processo di federalismo scolastico e diamo, finalmente, alle Regioni la possibilità di dare all’autonomia non solo le gambe ma anche la testa”.
Resta ora da capire se l’accordo soddisferà anche i rappresentanti dello Stato. Quanto accaduto negli ultimi anni, con pochi punti di convergenza, fa supporre che il punto d’incontro non sarà così facilmente individuabile.