Home I lettori ci scrivono Fine anno scolastico, i saluti di una maestra ai suoi “cuccioli”

Fine anno scolastico, i saluti di una maestra ai suoi “cuccioli”

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Carissime cucciole e carissimi cuccioli,

consentitemi di rivolgermi a voi ancora in questo modo tenero ed affettuoso, poiché per me che vi ho accolti così piccini, tali restate.
Voglio lasciarvi qualcosa di scritto, ma non intendo questo messaggio come qualcosa di conclusivo: non mi piace preparare la manifestazione finale, la festa di fine ciclo, oppure la fine delle lezioni, queste cose proprio non riesco a farle mie. Io penso che i rapporti belli non abbiamo termine, come è accaduto con chi l’ha pensata in tal modo anche nei cicli precedenti.

L’amicizia, l’affetto, le relazioni umane sincere e vere non possono avere una fine.

La scuola ci ha consentito di conoscerci intimamente e profondamente in tutte le nostre fragilità e punti di forza, abbiamo parlato tanto, abbiamo creato percorsi perché ciascuno scoprisse le proprie potenzialità, abbiamo riso ed abbiamo attraversato prove difficili, che ci hanno sicuramente fortificato e forse per questo ci hanno tenuto legati più che mai.

Il nostro è sempre stato un rapporto molto fisico: non c’erano voti o richiami che non fossero seguiti da un abbraccio o da un “ti voglio bene”, perché non bisogna mai aver vergogna di mostrare i propri sentimenti e le proprie emozioni. E forse proprio questa fisicità ci è stata tolta troppo presto, ma siamo comunque riusciti a sorriderci con gli occhi ed a capirci con gli sguardi.

Abbiamo costruito una squadra forte con la maestra Raffaella e la maestra Roberta ed anche per noi è dura trovarci davanti al nuovo. Ma il nuovo porta con sè anche tanta curiosità, quella stessa curiosità che dico a voi di mantenere sempre: si può crescere senza mai perdere quel lato fanciullesco di cui abbiamo sempre parlato, quel “fanciullino”, direbbe Pascoli o quell’ ”orecchio acerbo”, come lo definirebbe Rodari, che permette di cogliere tutta la bellezza nascosta anche nei momenti apparentemente più brutti, come ci siamo esercitati a fare nella tecnica del caviardage.

Continuate a coltivare i vostri interessi, a seguire la tanto amata strada della legalità che ci ha accompagnato tutti i giorni, siate pronti ad accettare i consigli buoni ed a chiedere aiuto, ma non fatevi mai annientare o indebolire da chi potrebbe non credere in voi.

Siete una classe speciale, non posso negarlo, non sarà facile non rivederci tutti i giorni, non c’e’ stata una sola mattina in cui mi sono recata a scuola malvolentieri, sapendo di trovare voi, ed anche quando motivi di forza maggiore mi hanno tenuta lontana per qualche giorno, mi è pesato tantissimo.

Vi voglio bene, ve l’ho sempre detto ed ho aggiunto, e lo faccio tuttora, che lo sapete, perché mi auguro che abbiate avvertito quotidianamente l’affetto nei vostri confronti.



Mi piace lasciarvi questa poesia di Martin Luther King:

Se non puoi essere un pino

Se non puoi essere un pino su un monte
sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore piccola saggina sulla sponda del ruscello.

Se non puoi essere un albero
sii un cespuglio.

Se non puoi essere un’autostrada
sii un sentiero.

Se non puoi essere il sole
sii una stella.

Sii sempre il meglio di ciò che sei.

Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere
poi mettiti con passione e realizzalo nella vita.

Vi voglio tantissimo bene e ve ne vorrò sempre.

Barbara Carpentieri

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