Home Attualità Fioramonti: ecologismo o “eco-neoliberismo?”

Fioramonti: ecologismo o “eco-neoliberismo?”

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Com’è ormai arcinoto, il Ministro Fioramonti ha invitato gli studenti a manifestare il 27 settembre per il 3° Global Strike For Future contro il surriscaldamento globale.
Il 23 settembre il Ministro ha scritto sul proprio profilo Facebook di «considerare giustificabili le assenze degli studenti per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico», vista la «necessità improrogabile di un cambiamento rapido dei modelli socio-economici imperanti».

 

Desiderio di accattivarsi studenti e famiglie?

Tutto bello, tutto giusto. Tranne forse il rischio d’indurre negli adolescenti l’illusione che si possa protestare contro il Potere senza conseguenze personali. Tanto più che i docenti e i lavoratori in sciopero, al contrario dei ragazzi, la paga giornaliera la perderanno, eccome. Qualche maligno, inoltre, potrebbe sospettare che anche il MIUR attuale, come i precedenti, intenda solo farsi amici gli studenti-“utenti”-clienti contro i noiosi professori.

Comunque, dopo le critiche del Presidente dell’ANP Antonello Giannelli, Fioramonti è corso ai ripari parlando di “grosso equivoco”: «Per la prima volta nella storia di questo Paese una famiglia potrà indicare la verità e cioè: essere orgogliosa che il proprio figlio o la propria figlia abbia partecipato alla manifestazione contro i cambiamenti climatici e scriverlo sul libretto (e la scuola può decidere di accettarlo), senza indicare ‘motivi familiari’ o altre scuse». Facoltà che, in realtà, i genitori hanno sempre avuto, dacché la giustificazione ha l’unico scopo di dimostrare che il genitore è al corrente dell’assenza.

 

Un Ministro ambientalista?

In ogni caso vogliamo essere ottimisti, e gioire della passione ambientalista del neoministro; dal quale ci aspettiamo ora, di conseguenza, una netta presa di posizione contro le politiche energetiche ed economiche neoliberiste che hanno determinato la crisi climatica globale in atto; per il varo immediato, da parte del suo Governo, di politiche atte a cessare immediatamente produzione ed uso dei combustibili fossili; contro la sudditanza di tutti i Governi alle multinazionali, e in particolare a quelle dell’energia; contro la sovrapproduzione di carne che — molto più delle merendine — è una delle concause più potenti del global warming; per la redistribuzione della ricchezza in un’economia sostenibile.

Ma possiamo realmente aspettarci tutto ciò da questo Ministro e dal suo Governo? Qualche dubbio sorgerebbe, allorché si volesse riflettere su passato prossimo, storia di Fioramonti e alcune sue dichiarazioni. Ad esempio quella del maggio 2018: «La Lega su molte tematiche è più propensa alla resistenza alla globalizzazione e al liberismo delle forze che si considerano di centrosinistra»; forze che ora sono al Governo con Fioramonti.

 

Un Ministro antiliberista?

E poi, Fioramonti è davvero contrario a liberismo e globalizzazione? No, se è vero quanto scritto il 27 febbraio 2018 dalla testata quotidiano.net, che lo definisce “neoliberista ma con una laurea in Filosofia a Tor Vergata e una collaborazione con la fondazione Rockefeller”. Calunnie? In fondo il Nostro è pur sempre fautore della “decrescita felice” di Serge Latouche. La quale sembrerebbe purtuttavia effettivamente mal conciliarsi con la suddetta collaborazione — confermata da Il Fatto Quotidiano — con la Rockefeller Foundation presso il Bellagio Center (Lago di Como). Ma anche con la “borsa di studio speciale per le eccellenze nell’economia politica” ottenuta dalla Compagnia di San Paolo, azionista di Intesa Sanpaolo S.p.A.. A meno che anche questi colossi non si siano a nostra insaputa convertiti alla lotta al capitalismo neoliberista.

 

Rothschild, Rockefeller e altri mecenati

Si aggiunga che Fioramonti è Professore ordinario di economia politica nella University of Pretoria, in Sudafrica, il cui rettore è Wiseman Lumkile Nkuhlu, presidente della banca d’investimento internazionale Rothschild & Co. Rockefeller e Rothschild:due famiglie non propriamente note per impegno anticapitalista (ma — forse — molto accondiscendenti anche verso idee contrarie ai propri interessi?).

Non è finita: Fioramonti scrive articoli per Open Democracy. Ebbene — si dirà — qual è il problema? I suoi finanziatori: la Rockefeller Brothers Fund ed altre multinazionali dedite al “filantropismo”dei miliardari. Tra i collaboratori di Open Democracy, anche un certo George Soros.

 

Un Governo in lotta contro il surriscaldamento globale?

Ma il problema più grave sono le decisioni del Governo attuale, cui Fioramonti appartiene. Decisioni niente affatto diverse da quelle di tutti i Governi precedenti. Il Presidente Mattarella ha firmato l’Iniziativa per una maggiore ambizione climatica, in occasione del Climate Action Summit dell’ONU svoltosi a New York il 23 settembre: al punto 13 vi si legge «esortiamo tutte le istituzioni finanziarie ad allineare i loro investimenti alle finalità di lungo periodo dell’Accordo di Parigi, a intensificare e allargare gli investimenti in efficienza energetica ed energie rinnovabili così come a disinvestire il prima possibile dall’economia dei combustibili fossili». Bellissime parole. Peccato che il Governo non neghi il proprio appoggio al raddoppio del gasdotto TAP (il metano è il gas serra più pericoloso, ma frutta miliardi).

«Come osate?» Direbbe probabilmente, anche stavolta, la piccola grande Greta Thunberg. Forse, come dimostra uno studio NASA, la civiltà umana ha davvero i giorni contati?

Sciopero 27 settembre, Fioramonti: “Grosso equivoco derivato da lettura poco attenta della circolare”